Ma perché il cinema italiano si è arenato sull'introspezione? Adesso anche per gli unici film che sapevamo fare, quelli di mafia!!! E cosa ci resta?! Non si può pensare che inquadrare il mare o gli uccelli o un tatuaggio siano scelte stilistiche che reggono in piedi una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Salvo solo Santamaria che è come sempre un attore davvero sopra la media (italiana). Togliete il buon Claudio a questo film e immaginate il risultato...io non oso!
Un film veramente bello, ma che richiede un pubblico colto e disposto a mettere in discussione preconcetti sia sul crimine che sull'applicazione della pena dell'ergastolo. Pena, questa, che oltre a svolgere spesso funzione meramente retributiva, arriva ad annientare psicologicamente il detenuto, mettendo in seria crisi quelle stesse libertà costituzionalmente garantite che l'applicazione della pena intende tutelare.
Eccellente lo stile narrativo e meravigliose le riprese effettuate nel vecchio carcere sull'isola dell'Asinara.
Non adatto agli amanti delle fiction...
[Un 10 forse non del tutto meritato, ma doveroso per alzare un po' la media dei voti a questo film]
Scandaloso e non accorgersi che il film è invece un lucido pensiero su come il crimine riduce tutto a tragedia, a chi pensa che il film sia contro il 41 consiglio di continuare a vedere ris o distretto di polizia.....
uno spettatore a cui è piaciuto fine pena mai
Più passano gli anni e più aumenta il gusto morboso da parte di molti registi italiani di utilizzare la "lentezza" e la staticità"come espedienti narrativi.queste ultime hanno un loro fascino,certo, ma prima è necessario apprenderne i segreti per poi utilizzarle.non basta inquadrare un attore o un paesaggio quaranta minuti per essere convinti di aver trasmesso un emozione allo spettatore, anche perchè non è detto che quella stessa emozione che prova l' autore, la provi anche il pubblico.santamaria, a mio giudizio, è poco credibile nei panni del siculo tutto coca e pistole e neanche lui sembra così coinvolto dal suo personaggio.può anche essere lodevole il tentativo di raccontare una storia di mafia lasciando più spazio all'introspezione anzichè ai classici regolamenti di conti in stile "padrino", ma ,insisto,è necessaria la giusta esperienza per essere abili nel gestire(e dosare) tali scelte stilistiche.pellicole di questo tipo non sono per tutti ma ciò non vuol dire che colui il quale non ne coglie il significato sia un idiota.secondo me, non c'è bisogno di un film del genere per raccontare che il crimine riduce tutto in tragedia.basta leggere i giornali per rendersene conto.si parla di sequenze "suggestive" in questo film.se volete conoscere la vera suggestività,guardate i film di tornatore e salvatores,in particolare per quanto riguarda atmosfera e costruzione dell'immagine(soprattutto salvatores con "denti").per il resto, fine pena mai è una pellicola che tenta di supplire ad una sceneggiatura mediocre e inconsistente ,con quelle soluzioni visive pseudo-intellettuali di cui sopra, che permettono di dar sfogo alla "poeticità" degli autori e, allo stesso tempo,inducono lo spettatore all'acquisto di una dose di coca non certo per spirito di emulazione ma come unico rimedio per alleviare un'ora e mezza di pura agonia.