Cari amici armatevi di un appetitoso bidone di pop-corn, spegnete il cervello e mettetevi comodi sul divano. Queste sono le condizioni essenziali per gustarvi al meglio questo secondo capitolo di Hellboy, decisamente migliore e più divertente del primo. La trama è totalmente implausibile, tuttavia riesce a catturare l'attenzione di uno spettatore sempre più meravigliato da eccellenti effetti speciali e dalla velocità della narrazione, molto coinvolgente. Certo, le guasconate di Hellboy e certi dialoghi un pò sciocchi non consentono al film di ottenere il massimo dei voti, comunque il ritmo, la storia, gli effetti...insomma tutto il resto merita un sincero plauso. Da vedere per una serata spensierata e superficiale (ogni tanto ci vuole, no!?).
Le dinamiche della pellicola danno un sapore di movimento nostrano che vanno nella direzione della tempesta dell'anima. La sapienza del demone ha permesso la caparbietà bilatare del sangue in un sapore di saggezza esteso. Non è possibile guidare le armate senza un Jasser di turno. La gioia dell'anima dell'autore ha concesso di conoscere le verità celate nell'oblio della mente dei deboli. Gli elfi hanno un colorito cordiale nella foresta dei sempreverde. Non credo che i Troll abbiano ottenuto il corpus domini necessario a soddisfare le esigenze di un cast corposo e ostico dal punto di vista coassiale. Il Logaritmo della verità ha permesso alla pellicola di riammorbidire quei contesti che normalmente non sono adatti ad un pubblico poco maturo. La trama fantasy ha verificato che la prontezza di spirito dei visionari non possa combaciare con la notorietà di un corpo nascosto. Pedissequamente all'accezione di una soddisfazione medesima ho capito che l'assolutezza del corpo non permette di vivere degnamente il film nei suoi concetti più estesi. Vedo che l'ignoranza dilaga nei corpi dei telespettatori che mentono non sapendo di mentire. La mendacità dell'autore è palesata da una dimestichezza dimenticata dalla superbia dei giusti. Il nutrimento del corpo non è amabile in un contesto in cui il demone rosso vive nel rosso ma non sa di essere un mostro. La morte nel film ha una valenza catartica e l'epiazione dell'eroe dai peccati e congrua all'assaporarsi dei piedi elfici. I troll non sono elfi. Gli elfi non sono nani. I nani non sono nani ma sono umani bassi. Tutto questo a cosa ci porta ? crede forse nella redenzione del corpo ? Non saprei è possibile che il cibo sia il mezzo demoniaco per aprire le vicissitudini pisani della mente. La cognizione della sapienza ha guidato gli eroi nell'antro oscuro dell'oscurità sequenziale del messia. Non è possibile che il sacerto spazzi via 2000 anni di storia. Posso garantire una serenità imparziale nella costruzione del film dal punto di vista lipidofelico, strutturale e aristocratico. L'ipocrisia del corpo non è nascosta all'uomo, ma è vissuta in modo imperterrito dal volere degli stolti. La stoltaggine del millantatore non vive nella pedissequatezza dell'erede al trono di Svezia. Non trovo corretto il corpo. Vivi e lascia vivere disse Murphy. Allora perchè il demone rosso non lascia vivere la propria natura nel corpo rossastro ? perchè il male viene identificato nel rosso se il rosso è rosso ? Il nero del cuore non ha voce in capitolo in questo purulento e guizzante sofismo bilaterale. Non è valida la natura della foglia se l'albero non esiste completamente. Red o Fred non ha la valenza artistica di Giasone. E il vello d'oro non è ricambiato dall'amore che il verde nutre per il giallo. Il giallo ha permesso ad altri colori di esistere ma il demone può essere di un altro colore ? forse si forse no o forse boh. Sappiamo certamente che il fuoco è rosso oppure il rosso non è fuoco ma solo una allegoria visionaria ?
Il film mi è molto piaciuto nonostante qualke battuta stupida di troppo e il finale un pò "così"... Il pezzo forte del film sono i mostri, non si utilizzano esclusivamente gli effetti speciali ma il buon vekkio trucco. Stupendo il costume della morte. Complimenti a tutto il cast, dal regista ai truccatori.
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(7.5/10)
