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L'anno mille

Opinioni presenti: 60
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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Rammarico

(8/10) Voto 8di 10

Concordo con Ernesto. La storia è senz’altro affascinante e la trovata della porta magica assolutamente originale. Resta però il rammarico che con un cast più qualificato il film avrebbe potuto competere a livelli ancora più elevati.



Mattero, 24 anni, Albano Laziale (RM).




Grandissimo film

(10/10) Voto 10di 10

Condivido in parte le considerazioni di Sergio sul livello recitativo, certo non eccelso, dei protagonisti. A maggior ragione il film mi pare apprezzabile e, da certi punti di vista, persino miracoloso. Nonostante l’interpretazione affatto “sublime” degli attori, l’autore riesce a costruire un film dai contenuti profondi e difficili da trattare. Come peraltro già evidenziato da altri in questo forum il tema del rapporto tra bene e male viene presentato da diverse angolazioni, tutte assolutamente interessanti: dal paradigma ancestrale al rapporto razionalità-sentimento, dalla natura perversa del male alla sua definizione secondo un codice morale alto medievale. Pure intrigante mi sembra il concetto del tempo, illustrato a mezzo delle sdoppiamento temporale della storia, tema che francamente non avevo colto in tutte le sue implicazioni e per il quale rimando ai primi commenti di questi forum. Il tutto narrato con gli strumenti suggestivi della migliore tradizione del racconto orale. Ne esce un grandissimo film che proprio per le difficoltà incontrate, e tra queste c’è senz’altro l’immaturità degli attori, merita il massimo dei voti.



Giacomo, 42 anni, Altamura (BA).




eppure ...

(9/10) Voto 9di 10

Il film è bello, tecnicamente ben costruito, proposto con garbo. Inoltre intende rappresentare tematiche sempre attuali come è stato giustamente sottolineato da altri. Eppure manca qualcosa ... Forse l’immaginario magico-religioso (rappresentato dall'alchimista, dalla guatitrice, dallo stesso gigante) sarebbe stato rinforzato da una figura meno irreale (forse sarebbe bastato un fraticello anch’egli protagonista della battaglia tra il bene ed il male). Per questa ragione, pur riconoscendo i grandi meriti dell’autore, non mi sento di esprimere il massimo dei voti.



Antonio, 31 anni, Andria (BA).




Neanche il filmino della comunione!

(1/10) Voto 1di 10

Sin dalle prime battute si rivela un pressappochismo e un'incompetenza culturale sull'anno mille da far venire i brividi. Una storia che dire banale è dir poco. Il livello recitativo e scenografico è indegno persino di un presepe vivente. Le inquadrature tagliate e traballanti, i personaggi sono rigidi come manichini, mentre i dialoghi sono meno credibili della peggiore delle fiction spazzatura. Ho visto veramente filmini di matrimoni o compleanni di gran lunga più professionali e intensi. A parte la locandina, di questo film non c'è niente da salvare neanche a voler essere buoni. Penso che chi abbia scritto un giudizio positivo o è in mala fede o non vuole essere il solo ad aver preso una sonora fregatura! Oltre il danno anche la beffa di dover sapere che questo film ha vergognosamente ottenuto il contributo dei Beni Culturali.



Pierluigi, 38 anni, Assisi (PG).




Dionisiaco e Apollineo

(10/10) Voto 10di 10

A proposito della tematica bene-male, così ottimamente descritta nel commento di Saverio, mi permetto di aggiungere un’ulteriore riflessione. Mi sembra che, sotto questo profilo, l’autore intenda proporre un’interpretazione originale degli elementi dell’arte greca in generale e della tragedia in particolare, così come essi sono stati identificati e sviluppati da Nietzsche. Mi spiego meglio. Al centro del film Febbraro pone l’eterno dualismo tra bene e male, tra limite ed assoluto, tra apollineo e dionisiaco. Nell’interpretazione nietzschiana dell’arte greca, la componente apollinea, che costituiva la base teorica delle arti figurative del periodo classico, si esprime con l’armonia delle forme, l’equilibrio, la compostezza. In altri termini con l’ordine razionale delle cose. Tale tendenza poteva essere definita apollinea in omaggio ad Apollo, la divinità solare dei greci. Al contrario la componente dionisiaca era rappresentata dalla spinta irrazionale, dal caos, dal tentativo dell’uomo di rompere i limiti dell’ordine per raggiungere l’assoluto, per identificarsi pienamente con la natura alla quale appartiene. Questa tendenza non poteva che essere definita dionisiaca in omaggio al dio delle feste orgiastiche e dei riti misterici. L’aspetto più interessante dell’interpretazione nietzschiana sta nel fatto che le due componenti dell’arte greca in realtà costituiscono i due poli di un rapporto conflittuale ma dialettico, che trova infine una sintesi ultima. L’apollineo nel momento stesso in cui stabilisce le regole dell’ordine ammette la sua limitatezza e genera quelle pulsioni umane che tendono ad andare oltre i limiti. E’ l’apollineo che rende possibile il dionisiaco. D’altronde analogamente, ma con un processo inverso, il dionisiaco si conclude nell’apollineo ed infine vi si concilia. Infatti solo attraverso una spinta irrazionale l’Uomo può andare oltre i suoi limiti oggettivi per entrare nell’assoluto dove tutto si quieta, trova una spiegazione e viene collocato in un ordine razionale. E’ solo attraverso il dionisiaco quindi che si può recuperare l’apollineo. Tuttavia nella tradizione letteraria la composizione finale tra apollineo e dionisiaco scompare mentre emerge l’identificazione rispettivamente dell’apollineo con il bene e del dionisiaco con il male. Nel film di Febbraro invece, e qui sta l’originalità dell’autore, l’elemento dionisiaco si identifica con il sentimento puro, che anima Hermugnen nella sua battaglia titanica, mentre l’elemento apollineo è rappresentato dall’intelligenza perfida dell’alchimista (nella parte medievale) e del primario (nella parte moderna del film). Il sentimento come bene ed il raziocinio come male. Proprio questa caratterizzazione marcata e ribaltata delle due componenti, che esclude la ricomposizione finale, costituisce il tema dominante del film, certamente discutibile ma indubbiamente originale oltrechè coraggiosa.



Pierluigi, 42 anni, Avellino (AV).





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