Ultima prova del macbeth. la soprano litiga col regista,fugge dal teatro e viene travolta da un auto. la sostituisce betty.e' un trionfo.ma quest'ultima viene presa di mira da un misterioso assassino......inutili colpi di scena al servizio di un copione maldestro. la colonna sonora e' pessima, i delitti sono senza movente,e il doppio finale grida vendetta al cielo. (possibile che la scientifica della polizia scambi un manichino di plastica per un cadavere?) uscito in sala a natale del 1987 il film fu un mezzo flop. dario argento a volte si autoboicotta.
Dopo il bel Phenomena, che comunque sia dava già qualche avvisaglia dell'imminente declino, Argento mostra di avere le idee parecchio confuse, e crea un horror/thriller dignitoso nella confezione, che si presenta davvero bene, ma che improvvisamente si mostra per ciò che è davvero: un punto basso.
Intendiamoci, non parlo di un film insulso, stupido e relegfato alla peggiore monnezza trash, tutt'altro, e lo stile di Argento è pur sempre stile, ma c'è qualcosa che non va...
Innanzitutto la sceneggiatura e la regia: traballanti e insicure, piuttosto prive di mordente anche nelle occasioni d'oro nel film, che con un lavoro migliore avrebbe avuto davvero tantissime sequenze da antologia dell'horror. Cosa dire dell'enorme potenziale di scene come il volo dei corvi sulla platea, l'idea degli aghi negli occhi per (credo) due omicidi, il falso finale nel teatro in fiamme? Nulla, se non che potevano essere davvero delle bellissime sequenze, e che tutto il film sarebbe potuto essere un nuovo capolavoro del maestro dell'orrore, se solo Argento non avesse avuto tanta confusione mentale. Appunto, dicevo che è un film conbfuso. Il ritmo è altalenante, spesso non riesce a trasmettere nulla: paura, tensione, non riesce a scioccare come i precedenti film, dalle invenzioni geniali. Ci resta il gran mestiere e la conferma di stile di Dario Argento, le panoramiche del teatro, il proiettile attraverso lo spioncino, la meccanica dei delitti.
Sia chiaro, non voglio soffermarmi su fattori alla fin fine insignificanti come il fatto, che ne so, che la stilista ingoi un medaglione grande come il pugno di un bambino, nè sulla tanto decantata violenza che poi si è rivelata abbastanza ridotta nell'insieme.
Gli attori se la cavano dignitosamente, tuttavia nessuno o quasi riesce a rendere realmente la psicologia del ruolo: non sono ambizioni freudiane, semplicemente trovo gli attori poco convinti e fuori parte, anche se bisogna dire che c'hanno messo tutta la buona volontà.
Un fattore importantissimo era quello dell'atmosfera: un teatro allestito per la preparazione del Machbet era una porta aperta per il macabro e la suspence. Ma invece il film non trasmette il senso allucinante di claustrofobia e terrore che Argento riusciva a rendere anche girando la scena in una strada nebbiosa.
Ultima nota dolente: il finale. m come, dopo aver girato tutto il film in un teatro perennemente immerso nella penombra, si arriva ad un tale spirito pacchiano, con elicotteri e polizia a tutto spiano in mezzo alle montagne?
Lasciamo stare i vari significati metaforici, Opera è un film che lascia tutta l'amarezza di un occasione sprecata.
In sostanza, parliamo di un film pieno d'idee e dalla storia quantomeno affascinante, ma al tempo stesso artificioso e confuso. Peccato.
L'ho visto qualche mese fa ed era uno dei film di Dario che non avevo ancora visto (mi mancano ancora Suspiria e lo scomparso 4 mosche...) e comunque mi è piaciuto parecchio. Bella la trama, belle le scene di sangue, belle le musiche. Anche se secondo me ha qualcosa in meno rispetto ai magnifici Tenebre, Profondo rosso e Phenomena (in quest'ordine) e quindi non me la sento di dargli il massimo.
Vidi per la prima volta Opera nel 1990, al primo passaggio in TV e ne rimasi impressionato. Rivederlo ancora oggi, mi da le stesse sensazioni di inquietudine, soprattutto nelle scene degli omicidi: cio' che pero' qui viene dato piu' risalto, piu' che dell'efferatezza degli omicidi, è il disgusto provato da chi è costretto a guardarli: ci immedesimiamo infatti in Betty, che oltre ad assistere alle efferatezze che vengono compiute, prova una sensazione tra le piu' macabre ed efferate mai portate su uno schermo: il dovere tenere gli occhi aperti per forza con degli spilli incollati sotto le palpebre. Una situazione da stomaci forti, senz'altro una delle piu' riuscite invenzioni di Argento. Poi ritroviamo anche qui la tecnica del regista romano: la soggettiva del proiettile che uccide la Nicolodi, ad esempio. Inoltre è uno dei suoi film piu' compatti: la trama è piu' verosimile di altre sue opere, il ritmo non ha pause, non vi sono situazioni stupide che interrompono il pathos. L'inseguimento da parte dell'assassino nel condotto dell'aria del palazzo è poi momento di grande suspense e claustrofobico insieme. Se mettiamo anche la musica, con commistioni di Heavy metal e opere classiche insieme, ci accorgiamo che Argento ha proprio colto nel segno. Ripeto, sottovalutato, troppo sottovalutato, soprattutto da chi rimane troppo fissato da Profondo Rosso, Inferno, ecc.
Ecco un altro bellissimo lavoro del maestro Argento ke in questo film nn approfitta di certo delle sequenze splatter, dirette come sempre in modo ottimo!!!! Unico difetto un pò il finale leggermente esagerato, ma il film è cmq degno di nota da nn xdere x i fan del maestro sicuramente.