Una vera sorpresa ci riserva il mercato home video, perché dopo quasi quarant'anni, il personaggio di modesty blaise, famosa per i fumetti inglesi di peter o'donnell, jim holdaway e badia romero (pubblicati in italia a puntate sul settimanale "skorpio"), ritorna in una nuova incarnazione femminile dal vivo, in un b-movie prodotto da quentin tarantino, intitolato "my name is modesty". nonostante l'attrice chiamata ad interpretare l'avventuriera, alexandra staden, non sia famosa come lo era monica vitti che la precedette nel ruolo nel 1966, mi ha convinto molto. la trama ricalca un pò quei telefilm di una volta, quelli dove in un'ora si raccontava un intreccio poliziesco che cambiava di settimana in settimana, e ci spiega come la piccola e selvaggia modesty crebbe e divenne il capo di un'organizzazione criminale, a soli 19 anni. molte parole, poca azione, attori sconosciuti, però ritmo incalzante che non annoia. diretto in soli 18 giorni da scott spiegel, "my name is modesty" è una bella sorpresa prodotta da quentin tarantino, che non ha voluto kolossal fuorvianti, come quello del 1966 di joseph losey, "modesty blaise la bellissima che uccide", ma un piccolo film che rispettasse, secondo lui, le avventure a fumetti e i libri di peter o'donnell. peccato per l'assenza del personaggio di wilie garvin, ma narrativamente, il film è ambientato prima dell'incontro fra l'avventuriera e il suo amico/amante/compagno di mille avventure. purtroppo, modesty blaise, anche stavolta, non raggiunge quella notorietà che si meriterebbe nel grande schermo, però, per me, fa centro. sette, perché sì bello, ma molto da film tv.