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Il cacciatore di aquiloni

Opinioni presenti: 59
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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La forza della dolcezza che vince sulla violenza

(10/10) Voto 10di 10

Premetto che non ho letto il libro ma trovo il film straordinario mi ricorda un altro film "La casa di sabbia e di nebbia", le due storie hanno in comune la rappresentazione del rapporto con la tradizione patriarcale ed allo stesso tempo la capacità di esprimere una dolcezza nei personaggi e nel rapporto padre figlio che può solo essere ammirata. In particolare nel rapporto tra Hassan e Amir trovo una complessià superiore al solo dolo subito da Hassan ed al senso di colpa di Amir, ci sono le parole del padre che celano una ammirazione per Hassan sotterranea che diventa il vero tormento per Amir, a mio parere il finale si spiega proprio come espressione di una verità che libera da questo tormento e restituisce ad Amir l'orgoglio rappresentato dal padre.



Massimo, 36 anni, San Donà di Piave (VE).




molto bello

(10/10) Voto 10di 10

sono rimasta sorpresa. credevo di vedere un film buonista che in realtà è estremamente drammatico. fortunatamente non ho letto il libro e così non sono qui a raccontare quant'è bello quello e quanto meno lo è il film. quello che volevo dire è che questo film sorprende per la drammaticità, la delicatezza, la poesia e il dolore immenso che racconta e non mi interessa se chi ha letto il libro non si è emozionato nel guardarlo perchè a me invece ha regalato moltissime emozioni. Lo consiglio.



Esmeralda, 42 anni, Milano.




Una storia toccante e vera

(10/10) Voto 10di 10

Il libro "Il cacciatore di aquiloni" ha commosso milioni di lettori e il film non è stato da meno. Fatto bene con attori di qualità, ciò non toglie però che sono stati operati molti tagli nella storia e alcuni sentimenti non sono stati marcati a pieno come nel libro; dal tronde una durata eccessiva del film non sarebbe stata piacevole. Un film stupendo che non poteva mai deludere a pieno chi aveva già letto il libro dato la storia fantastica che racconta. Si evidenzia bene la realtà difficile dell'Afghanistan dove il culto del dio prevede violenze gratuite e ingiuste. Tutto questo fa da sfondo alla storia di due ragazzi di razze diverse ma uniti da un valore a cui non si può rinunciare, l'amicizia, che supererà ogni cosa.



Omar, 26 anni, Cuggiono (MI).




A volte le parole non bastano

(10/10) Voto 10di 10

A descrivere un film. Specialmente se il tipo di storia narrata non la trovi nei libri di storia e non la leggi sui giornali pur essendo di stretta attualità, ma appartiene e si sviluppa entro i confini dell'arte, fin dentro la poesia, rimanendoci per sempre. Ho visto il Cacciatore di Aquiloni avendo letto solo le prime 30 pagine del libro e a posteriori posso dire che mi è andata bene, altrimenti quel magone a fine film, quella sensazione di essere un tutt'uno con la storia e di farne parte in prima persona, non l'avrei provata. Come al solito ci sono in giro le opinioni più disparate: in molti sposano la tesi per cui il film sia inferiore al romanzo. Io mi chiedo che senso abbia tutto questo ? Un film si ispira a un romanzo. Non ha il dovere di tramutarlo interamente in pellicola. Il regista ha il compito di estrapolarne il significato e di trasmettercelo e non si può dire che abbia fallito. Gli attori, soprattutto i due bambini, sono da oscar. Le scene, come quelle della lettera e del finale, sono irripetibili e personalmente mi hanno fatto tremare. L'attrice che interpreta la moglie di Amir poi è bellissima. Il cacciatore di aquiloni mi ha trasmesso le stesse sensazioni di Forrest gump, de Il miglio verde, di Philadelphia e di Alcatraz l'isola dell'ingiustizia. Quando un film ti commuove vuol dire che ti ha trasmesso qualcosa che poi non ti abbandona più. Un ultima notazione sull'Afghanistan. Una terra da sempre soggetta al dominio straniero, geopoliticamente al bando delle grandi potenze. Ma piena di fascino, di storia, di tradizione. In fondo non c'è nulla di diverso tra noi e loro. Eccetto che noi siamo liberi e loro invece braccati. Costretti ad inseguire la libertà. Ad inseguire gli aquiloni sperando che a loro volta non siano troppo difficili da raggiungere.



Salvatore, 22 anni, Sorrento (NA).




La storia di un'amicizia profonda

(10/10) Voto 10di 10

Nell’Afganistan di fine anni settanta, la vita segue antichi rituali, non disdegnando la modernità, le tradizioni sono profondamente radicate, mentre comunisti e talebani sono entità ancora embrionali. Hassan e Amir sono amici per la pelle con una gran passione per gli aquiloni. Proprio nel momento più bello, la gara annuale di aquiloni a Kabul, la violenza entra nella vita dei due amici in modo brutale spezzando la magia e l’innocenza dell’infanzia. Da quel momento nulla è più come prima, da lì ad un anno inizia l’invasione sovietica, i ragazzi si separano seguendo due percorsi diversissimi fino a vent’anni dopo, quando Amir sarà richiamato a rimediare agli errori di gioventù, tornando finalmente ad essere in pace con se stesso e riallacciando il filo spezzato dell’aquilone-vita. Tratto dall’omonimo best seller di Khaled Hosseini, che correrò a leggere, il film è uno splendido struggente spaccato su un paese che proprio non riesce trovare pace, che fa da sfondo, entrando drammaticamente, nel rapporto di amicizia tra i due ragazzini: Amir figlio di un possidente, introverso e pacifico con la passione per gli aquiloni e per scrivere storie fantastiche ed Hassan, figlio del servo di casa Amid, gioviale, scafato ed intraprendente. Ci sono due piani narrativi: il rapporto padre-figlio ed il rapporto di amicizia, narrati con struggente partecipazione emotiva, che tocca le corde dell’emozione fino a sfociare in ‘poetica’ narrativa , tanto che in più punti le emozioni visive mutano in commozione turbando profondamente la nostra anima. Un film che avvince alla poltrona, trascinando lo spettatore in un paesaggio da fiaba dove la barbarie umana fa scempio di corpi ed anime. Sconvolgente e indimenticabile. Da non perdere.



Riccardo, 30 anni, Pesaro.





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