Su certe scene non riuscivo a trattenere le lacrime, quando l'orsetto tira fuori i capelli della mamma, si vedeva quel bambino felicissimo, il suo sogno si stava per avverare
Ti strappa con forza fuori le lacrime quasi mettendoti quello stato d'animo triste in quella posizione di impotenza totale difronte alla realta' e un bambino così innocente;
Non voglio criticare chi critica negativamente questo pezzo da novanta. non è, a mio parere, un fatto importante che sia stato diretto da uno o dall'altro dei due mostri sacri del cinema mondiale. e' importante l'idea, il concetto di partenza per cui tutti noi, anche nei nostri miseri e primordiali anni del 21° secolo, tribolati da tanta violenza e odio, non ci vogliamo rendere conto di essere sull'orlo di una rivoluzione tecnologica che ci porterà, entro i prossimi 2 secoli, al quasi certo abbandono di questo mondo super inquinato, super affollato, super pericoloso.
la vicenda raccontata è una possibile ramificazione di quella rivoluzione che ancora ci sforziamo di non vedere.
ma tutto concorda, tutto va al suo posto come in un mosaico se solo ci soffermiamo a riflettere un attimo sulle immense e ancora nascoste potenzialità di quei piccoli processori che oggi albergano nei nostri computer di casa. perchè ci dovrebbe far così tanta paura riconoscere di aver creato esseri pensanti e indipendenti a cui abbiamo dato il nostro aspetto ? niente è impossibile quando si inizia a sviluppare un'idea che serva per renderci più facile ed accettabile l'esistenza. nel film si usa la violenza da circo per "castigare" macchine che non hanno altra colpa che quella di aver servito per generazioni i loro padroni senza mai chiedere. nessuno di voi ha percepito in quelle scene un certo inquietante legame temporale con gli spettacoli sanguinari dell'antica roma ? nessuno ha provato a ricordare alcuni filmati che oggigiorno scorrono nei nostri tg mostrando qualche prigioniero inginocchiato con alle sue spalle uomini mascherati ? la violenza subita dalle macchine non è violenza, obbietteranno in molti. la violenza su macchine sempre più sofisticate a cui noi abbiamo donato anche sentimenti...? e' necessario essere organici per essere considerati umani ? se riduciamo il nostro corpo alle sue componenti basilari, ci troviamo tra le mani una manciata di atomi e cellule indistinte, uguali a quelli di cani,gatti,dinosauri, erba, acqua...ecc.
e' la disputa che ci attende domani e che già oggi lancia il primo grido.
attori anche non di prima grandezza possono determinare la gloria di un capolavoro algido ed inquietante come a.i. (vedi alien) e questo è davvero un film da collezione, da rivedere, da conservare per i nostri nipoti, forse anche per riderci sopra quando i tempi raccontati nella vicenda saranno arrivati sul serio (riderci o piangerci ?)
credo che il finale, da solo, valga tutto il film. lo scorrere di venti secoli viene descritto giustamente come un batter di ciglia, dalla voce fuori campo, che introduce la visita di esseri alieni interessati all'archeologia terrestre come un dolce riassunto del nostro futuro ultimo atto. e' una limpida proposta per farci pensare che la nostra grande e antica civiltà sopravvive in un sottile strato d'aria e calpesta un sottile strato di humus...
tutto, in un ben piu' resistente blocco di ghiaccio. voto 13.
Condivido il parere che una stella è addirittura troppo; un guazzabuglio inguardabile e roboante (quindi lesivo anche per l'udito) che ci fa consigliare per il regista una pausa di riflessione.
Non è solo un film per bambini, come credevo, poiché questa abile opera raggiunge una profondità di sentimenti da lasciare un groppo alla gola.
il grande spielberg introduce una situazione dolente e incresciosa (pesanteee), prosegue con il suo tipico racconto-viaggio-avventura (qui di collodiana ispirazione-citazione), termina (rara avis hodie) con la staffilata sentimentale, che mi ha lasciato il segno nel concetto d’affrontare la morte.
ho iniziato la visione controvoglia, ho proseguito con moderata soddisfazione, ho concluso la visione con emozione, ringraziando la troupe per l’opportunità di prendere atto che:
non importa se sei una nullità, non importa se sei stato schiaffeggiato dal destino, poiché se hai cercato appassionatamente, hai sofferto, ma hai così inseguito e raggiunto l’amore, allora tutta la vita è degna di essere vissuta e (poiiii) conclusa. un giorno d’amore intenso procura una tale ricchezza da far sparire la paura del trapasso, mentre lo spirito supera il tempo e lo spazio nel conseguimento dell’ empatia cosmica con l’essere. umilmente ti dico che questa “lettura” potrebbe apparire solo un sproloquio puerile, ma oggi io sono contento di ricordare il film fra i 20 migliori della mia vita. mario
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(7/10)
