L'idea è buona: tessere un'unica trama attraverso le prospettive di protagonisti e spettatori dell'evento. Il risultato, però, è mediocre. Solita spettacolarità veloce e anche un po' fastidiosa(soprattutto il rewind d ogni prospettiva ed ogni pre-attentato), solito fracasso, soliti terroristi, solite anime pure e solito finale.
Ed il finale è la parte peggiore del film: tutto si risolve in un attimo, i pezzi incastrano bene l'un l'altro, i cattivi muoiono, i buoni(tutti made in usa) si salvano e salvano le sorti del mondo.
Film abbastanza banale la cui novità non riesce a scalfire la scorza dura di una sceneggiatura già vista.
PS: ma il ruolo di sigourney weaver quale sarebbe?
Il film parte bene e tiene incollato lo spettatore alla poltrona, ma a ogni diverso punto di vista cala di spessore e ci si ritrova alla fine con il solito action movie a stelle e strisce, con inseguimenti impossibili e un dennis quaid indistruttibile e miracolato dopo svariati incidenti mortali (certe cose lasciamole ai supereroi) che insegue i terroristi. In conclusione l'idea dei diversi punti di vista durante l'evolvere del film era buona, ma purtroppo è rimasta solo sulla carta. Voto 5.
In Spagna, il Presidente degli Stati Uniti sta per firmare un trattato con i leader dei cinque continenti quando, durante un discorso ufficiale, viene colpito da un proiettile e subito scoppia il panico. Otto persone tra loto perfettamente sconosciute hanno assistito all'attentato da otto prospettive diverse. Ma la situazione precipita dopo lo scoppio di una bomba. Paura di attentati è il tema trattato da Prospettive di un Delitto, prodotto seriale, diretto con sufficiente maestria dal regista televisivo Pete Travis. La trama, su una sceneggiatura di Barry L. Levy ricrea un'atmosfera comune per poi farla cadere in un film di accusa politica rivolto specialmente al pubblico Americano. La pellicola di Travis, non manca neanche di idee difatti, contrapponendo una trama action a un riavvolgimento delle sequenze per guardare da una nuova soggettiva l'attentato al Presidente, riesce a non risultare una pellicola banale con la solita trama di routine condita con i medesimi personaggi stereotipati e poco credibili. La trama appassiona, il ritmo è sostenuto e le interpretazioni sono corrette anche se la pellicola pare più un prodotto tv che un film per il grande schermo. Location Europee e troupe straniera; il cast invece è pieno di famosi divi Americani. Dalla guardia del corpo mai stonante Dennis Quaid, l'esordiente Matthew Fox, i premi Oscar Forest Whitaker e William Hurt e, in una piccola parte, anche Sigourney Weaver. Un buon film che sa come raccontare una storia già trattata da altre sceneggiature rendendo il contenuto semplice allo spettatore e ben dosato con le scene d'azione. Consigliato.
Nell'ultima stagione i film con vere scene d'azione sono stati pochi tra i quali Jason Bourne e Crank; questo Vantage Point è nella lista tra i migliori nel suo genere. L'idea dell'effetto di 'riavvolgimento' è più che buona e rende davvero l'idea degli 8 punti di vista citati nello slogan di lancio del film. Poche pecche che ammaccano la pellicola come la sceneggiatura e la regia, non inesperta, ma ancora alle prime armi. Un thriller sottovalutato, anche deriso dal pubblico Americano come se fosse una banalità; invece tiene forte in sospeso, il montaggio è frenetico e velocissimo, le pause sono poche, tutto è in movimento tanto che sembra un trailer per il grande schermo. Discreti i personaggi, forse non approfonditi nel migliore dei modi, tra cui fanno voce in capitolo Dennis Quaid, Mr. Lost Matthew Fox, Woman Alien Sigourney Weaver, William Hurt e il bravissimo Forest Whitaker reduce dall'Oscar dall'ultimo Re di Scozia. Complessivamente un buon prodotto che non cade nel banale, anzi che racconta eventi che ormai accadono ogni giorno(gli attentati terroristici, purtroppo.