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M. Butterfly

Opinioni presenti: 7
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Deludente

(6/10) Voto 6di 10

Stavolta Cronenberg mi ha deluso. Il film si aggancia ad un fatto vero poi trasportato in una piece teatrale (con un immenso Tognazzi nei panni del protagonista "maschile"), liberamente poi adattato ai canoni "cronenberghiani". La storia tremendamente vera anche se inverosimile è trattata in maniera disomogenea con molti passaggi a parer mio poco sviluppati (uno fra tutti la "sparizione" della moglie di lui dopo mezz'ora di pellicola, in cui si viene a sapere solo alla fine che c'e' stato il divorzio) e poi anche la troppa mascolinità di Butterfly di cui si capisce subito che donna non è. Ma si potrebbe anche passare sopra a questo se come detto sopra venisse più sviluppato il senso di attrazione di Irons, i suoi conflitti interiori e il rapporto con la moglie e più in generale con le persone che lo circondano e invece ci si ddeve accontentare di una visione "monca" della vicenda parzialmente riscattata dalla scena nel cellulare della polizia e dal finale tragico in cui il nostro Galimard si trasfigura e si sublima nel suicidio di cui è stata vittima la Madame Butterfly pucciniana. Sufficienza stiracchiata data solo per l'immenso Irons che anche qui si dimostra un Signor attore.



Massimo, 40 anni, Treviso.




Uhmpf...

(4/10) Voto 4di 10

Davvero io non so come si possa restare incantati di fronte ad un film del genere. dura un'ora e mezza e ho dovuto guardarlo a pezzetti, venti minuti per volta, aiutato dalle pinzette in stile arancia meccanica che mi tenevano aperti gli occhi, intanto che una pudica ragazza orientale con sotto un affare così (non si può capire la battuta se non si conosce la vicenda, ma lasciate perdere!) armeggiava amabilmente con il collirio. ora la grande noia è finita, e a me questo sedicente grande regista (cronemberg), non mi frega più. lui e i suoi film psicologici del cavolo. intendiamoci, io non ho nulla contro i film psicologici, anzi, sono tra i miei preferiti, peccato che occorre saperli fare. e per fare un grande film psicologico bisogna prima preoccuparsi di narrare in modo chiarissimo la vicenda, in modo che non restino dubbi sullo svolgimento dei fatti, e poi finalmente seguire per bene i protagonisti, che si muovono all'interno della vicenda. un po' come hanno fatto i vari eastwood con "i ponti di madison county", oppure bergman in "scene da un matrimonio", oppure il dimenticato zinnemann con il capolavoro "un uomo per tutte le stagioni". quellì sì che erano film, quelli sì che erano spettacoli. non questo, dove tutto è sussurrato, lasciato intendere, suggerito, quando non addirittura beatamente ignorato - filo logico compreso - fidando nella connivenza di pochi privilegiati che avranno il bene di capire e di commuoversi per un film del genere.



Fabio, 31 anni, Bergamo di sopra (BG).




NIENTE E' VERO,TUTTO E' PERMESSO

(10/10) Voto 10di 10

Gallimard(Jeremy Irons) si innamora di un ideale. La sua Butterfly è LA DONNA PERFETTA.Non è possibile che egli non sapesse che Song Liling era un uomo,tant’è che da lui ha avuto un figlio;piuttosto egli ha voluto credere oltre ogni immaginazione.Cos’è la fede,se non credere all’assurdo?Gallimard è un uomo che si lascia ingannare dai suoi desideri,dalle sue fantasie in nome di un IDEALE PERFETTO ,ideale da cui rimane travolto,ideale CREATO DA UN ALTRO UOMO PER INGANNARLO.Ancora quindi l’inganno,la finzione.gallimard è un uomo che ama una donna creata da un uomo. L’uomo che gli ruba le informazioni(è una spia) l’amore ,tutto ciò a cui è disposto a credere,e poi la vita.Ognuno darebbe qualsiasi cosa per vedere le proprie fantasie realizzarsi. La società in cui viviamo crea ideali,miti che noi inseguiamo. Sono creazioni umane,inganni.Per questo gallimard rimarrà sorpreso al processo,fingerà di non voler sapere la verità ,perché magari non l’accetta dentro di sé,lui che si è auto-ingannato lasciandosi trasportare dai suoi sensi-e rifiuterà il corpo di Song Liling in quanto non è quello che lui voleva amare.Gallimard si è innamorato di una creazione fantastica della sua mente che non corrisponde più a quello che vede mentre è trasportato in carcere nel cellulare assieme all’amata.Si rifiuterà di VEDERE oltre l’inganno,preferendo un’apparenza creata dalla sua mente. Non solo,ma in carcere alla fine,tenterà di riprodurre lui stesso la creatura che si era immaginato(una sorta di Frankenstein moderno,o meglio un ibrido,un M. butterfly)di diventare lui ,di fingere lui,di ingannare lui chi guarda.Non potrà però ingannare se stesso.una volta scoperto il trucco(ormai ha preso atto del suo “errore di valutazione”)questo non può più essere rappresentato. Quindi M. Butterfly è un film sui meccanismi della mente,sui nostri desideri,la percezione di questi,su come ci lasciamo piacevolmente ingannare dal mondo ­non è un caso che il film svolga pure una critica sociale,Gallimard è un ambasciatore coinvolto in spionaggio,l’inganno sociale,la rivoluzione,le maschere che bruciano,quello che fanno credere al popolo.La Madama Butterfly ,oltre ad essere un’opera di Puccini è una piéce teatrale di un cino americano,David Hwang,alla quale il film si ispira.La stessa piéce si rifà a sua volta ad un fatto vero.Già abbiamo quindi uno stretto rapporto tra finzione e realtà.Song Liling,la donna di cui si innamora Gallimard,recita ad inizio film la pucciniana Madama Butterfly.Tutto il film si svolge tra recite,maschere e inganni,rappresentazioni di drammi,veri e falsi. Si inizia con le maschere cinesi mentre scorrono i titoli,poi gli spettacoli di Song Liling ,le rappresentazioni a cui assiste gallimard,che pian piano lo vedono sempre più protagonista:ad una prima visione si innamora non solo di Liling ma della Cina,dichiara già di conoscerla come nessun altro,la fa propria,si fa coinvolgere sempre di più nella recita,va sempre più spesso a teatro,luogo di finzione se ce n’è uno,si lascia ingannare quindi(le sue lacrime,tornato a Parigi,davanti alla madama Butterfly di Puccini,la sua costernazione di fronte all’amante al processo,la rivelazione che la sua amata era un uomo).Tutto non poteva che concludersi con la messa in scena finale della morte di Gallimard:da spettatore diventa protagonista ,creatore di miti,lui stesso vittima di uno di questi,tratto da una storia scritta per il teatro e che invece ricalca la sua stessa vita.vestendosi come la sua Song Liling cerca di trasformarsi in lei ,recitando per i detenuti del carcere ,il suo dramma ormai inscindibile e interno:il suo ideale di perfezione,mutazione,amore perfetto di una cultura(quella cinese)oltre che dell’amata che si infrange contro uno specchio,l’ultima occhiata dentro a se stessi prima di porre fine al conflitto insanabile,mentre gli spettatori della tragedia si chiedono se lo spettacolo a cui assistono è vero o falso-un film nel film.Capolavoro di Cronenberg.



space, 27 anni, Milano.




Un capolavoro.

(10/10) Voto 10di 10

...veramente un capolavoro...chi non ha mai visto questo fantastico film deve assolutamente spendere (o meglio investire profiquamente) un paio d'ore...se ne innamorerà certamente. La banalità e la scontatezza non sfiorano neppure per un istante questo film. Guardatelo, guardatelo ed amatelo fino in fondo! Non vi deluderà neppure per un istante. Ciao a tutti...e fatemi sapere...



Ale, 23 anni, Brescia (BS).




LA FARFALLA DI CRONENBERG

(8/10) Voto 8di 10

Benché io non sia proprio tra gli ammiratori del regista canadese, debbo riconoscere che questo é uno dei suoi film più maturi - se non il più maturo - e dei migliori. Abbandonando per una volta il gore e gli effettacci Cronenberg descrive un orrore meno soprannaturale e più trapiantato nella realtà; quindi un orrore più sardonico e beffardo. Lo stile dell'autore del 'Pasto nudo' c'é e si percepisce, nonostante l'horror metafisico sia lontano anni luce. Grandioso Irons nella scena finale.



STEFANO, 22 anni, TORINO.





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