La ragazza è bolsa,il film è estenuante...tutti questi critici che devono per forza dire che è bello perchè fa chic...dialoghi lunghi,noiosi,incomprensibili con voci che si sovrappongono l'uno all'altro,tutto questo mangiare che alla fine fa venire il voltastomaco,è un film che mette la smania addosso,non vedevo l'ora che finisse e quando è finito ho detto..cosa mi è rimasto di questo film?assolutamente niente.evidentemente il regista ha diversi santi in paradiso perchè non si spiega sennò...
Film neorealista, nel perfetto stile di Abdellatif. Chi ha già visto i suoi precedenti film, riconoscerebbe subito lo stile di ripresa e fotografia che contraddistinguono i suoi film. Maledettamente crudi e reali che pare di assistere ad una conversazione dal vivo, che ti penetra e che ti infastidisce. Alcune riprese sono volutamente forzate, al limite del morboso. Film in genere stupendo, che rappresenta le contraddizioni della nostra (povera) società attraverso persone semplici.
Con questo film, Abdellatif si candida ad essere il miglior registra del panorama franco-maghrebino.
Lento, vengono proposti dialoghi privi di importanza ai fini della narrazione a discapito di scene che sarebbero state più importanti!Persiste una nevrosi galoppante in tutto il film e che un po'alla fine contagia anche lo spettatore
dopo le prove precedenti del bravo regista, cous cous mi ha lasciato un pò deluso. L'idea verghiana del riscatto e dell'avventura economica in chiave multiculturale va benissimo.come idea.
Mi ha deluso soprattutto la volontà di evidenziare troppo i dialoghi, volutamente convulsi e ipnotici, i primissimi piani e altre scelte tecniche troppo rimarcate (come dire, quanto son bravo...).
Nel complesso un film che incuriosisce per i volti e per le storie, ma da cui ci aspettavamo di più.
Straordinario film “Cous cous” , molto più bello del pur pregevole “la Schivata”, film dolceamaro in cui si mescolano la voglia di collaborare all’interno del nucleo familiare magrebino che neppure il divorzio dei genitori ha spezzato, l’amore, ma anche la gelosia, il tradimento, la durezza della vita di tutti i giorni, la difficoltà di una convivenza multietnica, al di là dei desideri e del buonismo. Il film dura 150 minuti, ma quasi non ce ne rendiamo conto da tanto scorre veloce. E sì che l’ultima ora (dal momento in cui ci si accorge che la pentola del couscous è rimasta sulla macchina) suscita nello spettatore una tensione degna di un thriller. Straordinaria la scena lunghissima della danza del ventre, che lungi dal suscitare desideri erotici aumenta il senso di angoscia e tensione, grazie anche ad una musica straordinariamente suggestiva. Attori da applauso a scena aperta.