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Milano Palermo - Il ritorno

Opinioni presenti: 52
Media Voto: Media Voto: 4 (4/10)

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Pessimo

(3/10) Voto 3di 10

Ho apprezzato molto il primo film. Francamente non mi aspettavo che Fragasso potesse bissare il successo del primo capitolo,ma da discreto artigiano qual è, confidavo in un prodotto almeno decente. La trama è un guazzabuglio inverosimile, che sfida anche la più elementare regola del buon senso. Attori fuori parte(vedi De Rienzo che ride in ogni situazione)e inutilmente sopra le righe(vedi Corrente). Purtroppo la pellicola si è dimostrata senza mezzi termini una mera operazione commerciale, Un piattissimo esercizio per raschiare dal fondo del barile quell'aura di piccolo cult nostrano del film precedente. Meriterebbe il premio luogocomune la patetica e sdolcinata scena finale.. Un epilogo così zuccheroso che lascia basiti,tanto è prevedibile.. Vorrei dare il minimo, ma la presenza di Giannini e del sempre simpatico Memphis (bolso come non mai)strappano il mio 3.



Madvalentino, 30 anni, Roma.




Il ritorno

(10/10) Voto 10di 10

"Milano-Palermo Il ritorno" non ha nulla di televisivo per il semplice fatto che non si sarebbe mai potuta realizzare in tv una storia come questa, dove senza censura televisiva si va finalmente oltre in ogni senso. In totale disaccordo con lei, che forse non vede mai le fiction televisive, spesso puerili, melense e troppo familiari. Qui si palpita con i protagonisti, si sta con loro sullo schermo dall'inizio alla fine. Hanno una vita ben raccontata con problematiche e passioni come le nostre. Vivono di rapporti umani veri e lanciano un messaggio contro la mafia semplice e diretto, senza fare lezioni di storia. Sosteniamo chi sa fare cinema per il cinema e basta con queste provinciali distinsioni sugli attori televisi solo italiana. Noi pubblico, questo sconosciuto per voi critici, vogliamo un cinema così e se gli altri film italiani vanno male è perchè ci annoiano e non comunicano mai nessuna emozione a parte casi rarissimi.



Mirko, 34 anni, San Severo (FG).




Un bel seguito

(10/10) Voto 10di 10

Dopo aver scontato undici anni di detenzione il pentito, ragioniere della mafia Turi Leofonte (Giancarlo Giannini) si prepara per raggiungere l’ultima destinazione all’estero, dove assumerà una nuova identità, ma il figlio del boss morto in carcere, Rocco Scalia (Enrico Lo Verso) divenuto il nuovo capo della famiglia, è deciso a farlo fuori, ma non prima di aver recuperato il denaro sottratto al padre e ora custodito dal pentito in diversi paradisi fiscali all’estero, a tal proposito gli rapiscono il nipotino, portandolo in Sicilia. Sarà compito della squadra del Questore Aggiunto Nino Veneziano (Raoul Bova) e dell’affiatato Ispettore Superiore Remo Matteotti (Ricky Memphis) recuperare il bambino e proteggere il pentito e la figlia (Romina Mondello) dai sanguinari mafiosi. In questo film, sequel di Palermo Milano, “solo andata”(o così prometteva il titolo) Claudio Fragasso mette in scena un viaggio di ritorno verso la Sicilia con pause durante il percorso, ricche di sparatorie e inseguimenti, come quella che avviene alle Terme di Montecatini, al limite del reale. I novantacinque minuti del film, pur se con una trama piuttosto semplice, scorrono in fretta, le scene risultano cariche di tensione, con primi piani sui volti dei bravi protagonisti e panoramiche circolari, sottolineate dalla colonna sonora di Pino Dosaggio con la voce di Poesia Barbara. Nella fase finale il lungometraggio assume connotati western, come nella camminata del gruppo di poliziotti che avanzano imperterriti sulla polverosa strada in mezzo alle aride campagne siciliane, verso la resa dei conti, con tanto di cavalli che appaiono inaspettatamente sul ciglio delle colline e con gli abitanti pronti ad unirsi alla legge, mentre l’ultima inquadratura sullo sguardo del bambino sembra annunciare una continua. Il film è un puro prodotto di intrattenimento, ben fatto ma carente di contenuti culturali veri e propri, se non nell’auspicio della scena finale del popolo che unanime si schiera contro il male, ma che sembra aspettare lo spunto giusto per farlo (l’arrivo dei poliziotti) visto che il male è sempre stato in mezzo a loro. Il personaggio della donna siciliana che tiene in ostaggio il bambino, appare, a causa di una caratterizzazione estrema, quasi finto, se non caricaturale, così come stereotipati e poco realistici sono i costumi dei poliziotti e soprattutto dei mafiosi; ma se questo può aumentare lo spettacolo della pellicola, che ben venga allora, dall’altronde meglio un film “costruito” ma che si lascia guardare, piuttosto che uno eccessivamente realistico e nozionistico che allontana il pubblico dal film.



Cristiano, 29 anni, Siena.




Di Venanzio e i suoi uomini sono tornati

(10/10) Voto 10di 10

Il sequel di “Palermo- Milano sola andata” tratta infatti accuratamente i sentimenti che legano persone coinvolte, direttamente o indirettamente a questioni mafiose. La “macchia” è talvolta descritta in modo irreale: il boss e i suoi mafiosi risparmiano la vita di un poliziotto, consegnandogli un cellulare affinché possa far capire ai suoi amici chi comanda. Da un lato si è scelto di entrare nel sentimentalismo senza crudezza e sdolcinatezza- scelta meritevole di applausi grazie all’ interpretazione dominante di un Bova dall’ aspetto duro e dall’ animo nobile-, dall’ altro lato si è cercato invano di tramutare la pellicole in un “action-movie" americano di ottima qualità: ritmo serrato, atleticità e fisicità dei personaggi. I risultati di questo secondo esperimento sono buoni, non ottimi, colpa di un montaggio raramente adeguato. Nel complesso il film di Fragasso è accettabile. Il talento della coppia Giannini-Bova è indiscutibile; E. Lo Verso, tornato al grande schermo, avrebbe dovuto imprimere più pathos al suo personaggio, lavorando su un linguaggio più dialettale e meno forbito; i baby- attori, impegnati rispettivamente nel ruolo di aspirante mafioso e di autistico, si sono comportati in maniera egregia; il resto degli interpreti, imprigionati in convulse vicende personali, è stato offuscato dalla padronanza scenica di Bova.



Davide, 16 anni, Reggio Calabria.




ma il regista sà cos'è la mafia?

(1/10) Voto 1di 10

Raul Bova ritorna con un'altra performance degna del suo precendente film horror 'scusa ma ti chiamo amore'. Dico subito che la qualità del film è paragonabile a quella del precedente film già citato, bassissima. Con una videocamera in mano e con i miei amici penso sarei stato più bravo io a girare il seguito del bellissimo 'Palermo-Milano: sola andata'....questo film è invece una schifezza! Il regista sà cos'è la mafia? non esiste che il boss Leofonte sia interpretato da un ragazzo con la cicatrice e che vada lui stesso in persona in missione nelle sparatoie e a fare rapimenti.... Chi è la donna mafiosa?? sembra uscito da un film a basso costo sulla criminalità russa, ma con la mafia siciliana non c'entra nulla. Lasciamo perdere il pessimo siciliano, quasi irritante.... Questo film sembra quasi una parodia alla 'scary movie' del primo capitolo...perchè è troppo brutto! Potrei citare miliardi di scene assurde...quella in cui mafiosi scappano con il motoscafo mitra in mano (sembra un scena di face off di film stile face-off), la siciliana che accarezza il maiale, il figlio tony che avrà 10 anni ma ovviamente si vanta di avere una pistola (come se in sicilia si entri nella mafia a 10 anni...),Giannini che non ha mai visto il nipote ma negli 11 anni in carcere ha costruito per lui un gioco da decifrare per ottenere una password da dare al nipote autistico, guardacaso un piccolo genio... mentre scrivo mi vengono in mente miliardi di scene imbarazzanti. Un film offensivo, il peggior film mai fatto sulla mafia. Lo rivedrò perchè mi diverto tantissimo a prenderlo in giro....ah la scena finale è da applausi (frase ironica). che schifo...hanno distrutto un film (il primo) che invece era fatto veramente bene.mah..



Alexander777, 24 anni, Palermo (PA).





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