Finalmente un bel film che parla della vita di tutti i giorni in modo lieve e duro allo stesso tempo.
Da Silvio Soldini non mi sarei aspettato altro che questa ulteriore prova del suo talento.
Antonio Albanese bravissimo (La frase che mi ha fatto sorridere:"Che fetta rappresenta nella sua vita il lavoro? Dipende dalla torta") e una Margherita Buy davvero brava (non sa fare solo la nevrotica) nel ruolo di una donna disperata che, come spesso accade, ha la forza di prendere in mano la situazione e di badare alla concretezza, non facendosi prendere dallo sconforto. Azzeccata l'ambientazione (non so perche', ma vedendo il film mi venivano in mente i versi della canzone Genova per noi di Paolo Conte "ma che paura ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte
e non sta fermo mai". La lentezza di qualche fase del film, che ostacola leggermente lo svolgimento dell'azione e' voluta.
Da vedere.
Il tocco delicato di Soldini non ingentilisce di certo un tema drammatico come la perdita del posto di lavoro.
Soldini si conferma uno dei nostri migliori registi e lo fa con un film spietato nell'analizzare le conseguenze della perdita del posto di lavoro.Esemplari Albanese e Buy,davvero sorprendenti a volte nel rendere al meglio alcunre scene.Buona e non invadente la musica e Genova fotografata magistralmente.
Film importante.
In Italia abbiamo grandi registi e grandi attori:ne è la prova "Giorni e nuvole",film di struggente attualità dove la Buy e Albanese riescono a dare spessore e veridicità ai loro personaggi.La storia è incorniciata da bellissime immagini di Genova scelte con cura pittorica.E'un film intenso che fa riflettere;un film che fa decisamente amare il cinema.
Soldini non mi delude mai. Anche “Giorni e nuvole” è un film bello ed emozionante. Drammatica ed attualissima la storia della coppia altoborghese che precipita da un giorno all’altro nella povertà, commovente il tentativo di abbarbicarsi ad un modello di vita dal quale non si riesce a prescindere (le feste, le cene, i regali), straordinaria la fotografia (la differenza tra le due vite resa visivamente attraverso la descrizione delle case che i protagonisti abitano “prima” e “dopo”), da applauso a scena aperta le interpretazioni di Albanese, della Buy e della ragazzina che interpreta il personaggio della figlia (di nome fa Alba, il cognome è straniero ed impronunciabile). Ma la quarta protagonista del film è Genova, bella e fotogenica come raramente appare nel cinema (era dai tempi di “Gangsters”, -un film straordinario, ma quasi sconosciuto, anche perché presenta un’immagine non convenzionale della parabola discendente di alcuni partigiani dopo il 25 aprile- che non la vedevo così in forma sul grande schermo). Un certo cinema italiano mi affascina e mi entusiasma proprio perché mette in scena la vita di tutti i giorni. “La vita non è un film” si dice (ed è anche il titolo di una bella canzone di qualche anno fa), ma molte volte il cinema di Soldini, di Pupi Avati, di Piccioni, di Mazzacurati, di Rubini e via discorrendo è la vita.
pagina 1 di 8
(6.5/10)
