Che dire? Era il mio secondo film coreano dopo lo splendido Ferro3. In soldoni:pochi ambienti, la fredda stanza del carcere, il parlatoio con i poster e la casa di design della protagonista, dialoghi scarnificati con assurde poesiole infatili usate quasi come colonna sonora e i protagonisti di questo dramma; dei signori attori. Un film dalla trama completamente subordinata ai silenzi, alle esplosioni di gioia, alla rabbia e alla solitudine del carcere o di una vita che improvvisamente risulta completamente fallita ed inutile. emozione allo stato puro per cui il mio voto è 10 e non aggiungo altro.
Kim Ki-Duk è un genio assoluto, questo ennesimo capolavoro lo dimostra pienamente, non siamo di fronte ad un bravo regista come ce ne possono essere tanti, ma ad un grande artista, il suo cinema è arte allo stato puro.
Come prima cosa, chi legge la trama del film scritta da filmup capisce che chi l'ha scritta il film non l'ha visto. nella descrizione sembra un film d'azione ma è tutt'altro!!!
voto a chi ha scritto la trama 4!!!
voto al film 7,5!!!.
il film si sviluppa in maniera semplice ma lascia a tutti il margine per decifrare a modo suo tutti gli aspetti. non è un film in cui la trama ha importanza anzi è un accessorio del film, sono atmosfere, silenzi, sguardi, sussurri le forze motrici del film.
se volete vedere un film con una struttura completamente diversa dai film che siamo abituati a vedere allora affittatevi il dvd e buona visione!!!
alla prossima giubio!!!!
silenzio, angoscia, irrazionalità, musiche infantili e buffe alle nostre orecchie occidentali...Di solito queste storie mi fanno addormentare...già la sola presenza nel cast di tutti quegli occhi a mandorla. Ma la storia stavolta non ha la pretesa di essere credibile, lascia che la realtà scorra in una dimensione parallela...Geniale l'idea della donna che tradisce il marito con uno sconosciuto...nemmeno nelle migliori pubblicità di profumi occidentali...poi il fatto che lui sia un carcerato nel braccio della morte e afono rende il tutto molto più conturbante e spiazzante. Recitazione ottima.
Ai cineasti italiani che qualche sera fa in televisione lamentavano di non potersi esprimere al meglio per mancanza di fondi suggerisco di andarsi a vedere questo piccolo capolavoro. Sono bastati due interni, pochi attori e alcuni rotoli di carta da parati con gigantografie di paesaggi (del tipo che si trovano in tutti i supermercati)per raccontare una storia intensa e toccante, che è insieme una riflessione per niente banale sul potere de regista e sul senso stesso del fare cinema. Dove ci sono le idee, dove c'è il genio basta davvero poco per fare grande cinema.