Commedia corale perfetta, di quelle che hanno reso grande il cinema dell'autore newyorkese sul versante riflessivo e non solo. Battute divertenti si alternano in maniera naturale con una discreta tensione di fondo che segna l'instabilità dei rapporti emotivo-familiari, raccontati attraverso una grazia e leggerezza da esserne coinvolti totalmente. Suddiviso in didascalie significative, è un'opera semiteatrale che va vista e rivista per comprendere anche la maestria di Allen nella direzione degli attori e delle attrici, qui numerosi ma tutti straordinari: Michael Caine, Mia Farrow, Barbara Hershey, Dianne Wiest, Max Von Sydow e naturalmente l'ipocondriaco Woody, che con Mickey Sachs ci consegna uno dei personaggi più memorabili e definiti della sua lunga filmografia.
Hannah (Mia Farrow), donna sincera, generosa, comprensiva ed amante della famiglia, ha un ex marito (Woody Allen)dolce ed ipocondriaco, un secondo marito (Michael Caine)innamorato della sua bella e sensibile sorella minore fidanzata con un saccente pittore (Max Von Sydow), un'altra sorella ex tossicomane ad artista frustrata, due genitori ex artisti pieni di ricordi e rimpianti, quattro filgi gemelli avuti da un donatore di seme ex collega del primo marito.
Più storie si intrecciano e si confondono in questa deliziosa commedia agrodolce in puro stile alleniano, arricchita da uno splendido cast e dalla stupenda fotografia dell'ottimo Carlo Di Palma. Musiche jazz molto piacevoli, una trama scorrevole ed interessante. L'immorale intreccio di relazioni fra mariti e cognate lascia l'amaro in bocca, così come le tante bugie ed omissioni e l'uso ed abuso di alcol e droga da parte della sorella di Anna aspirante attrice. Tutto, però, è perfettamente calcolato, diretto ottimamente da Allen, rallegrato dal divertente personaggio dell'ipocondriaco da lui stesso magistralmente interpretato.
Una commedia a tratti divertente, ma non molto leggera, condita di dramma e di passione non sempre positiva, ma che sa far riflettere e ci svela la realtà spesso occultata dietro l'apparente perfezione delle famiglie tradizionali e delle persone stimate e distinte. Un film che ci mette in contatto con le parti di noi stessi che non vorremmo vedere e, insieme, con i nostri sentimenti più sinceri, mostrandoci il grigiore della realtà, ma mostrandoci anche, nel finale, un barlume di speranza, la consapevolezza di poter sempre migliorare quando meno ce lo si aspetta.
Un tema non facile è quello trattato da questo film di Woody Allen, ma, in quanto tale, trattato con delicatezza e consapevole realismo. Forse un po' troppo concentrati gli eccessi della famiglia borghese che ci viene descritta, ma funzionali all'analisi sociale che il grande regista voleva attuare, che è un'analisi non dei grandi interrogativi dell'umanità, bensì dei desideri, dei sogni, delle illusioni e disillusioni, dei limiti e delle piccole cose della vita di ogni giorno di ciascuno di noi, nel bene e nel male.
Cast stellare e storie che si intrecciano tra di loro divertendo ma anche lasciando l'amaro in bocca. Un appunto da fare è il ritmo a tratti forse un pò troppo lento . Strepitoso Allen nei panni dell'ipocondriaco.
mi sorprende che non ci sia nemmeno un opinione su questo bellissimo film di Woody Allen, del periodo in cui ancora si poteva definire un regista.
Io e la mia donna lo riteniamo un gran bel film sempre in grado di smuovere qualcosa dentro.
grazie mille