Innazitutto rispondendo a Cristina, mi chiedo se il Beethoven di Oldman fosse quello "storicamente vero e attendibile". Ne siamo sicuri? Siamo sicuri che il Beethoven "bel tenebroso, sempre innamorato e furioso" sia quello della realtà? Io ho qualche dubbio. Così come molti altri "mostri sacri" della musica, della letteratura e delle arti... Così come mi rifiuto di sostenere l'immagine del Mozart eterno bambino con sindrome da Peter Pan, sempre incline agli scherzi e sempre felice (niente di più falso, e basta ascoltarla bene la sua musica), e del Jim Morrison ritratto pietosamente da Oliver Stone all'epoca del film "The Doors"...Signori, i miti sono miti appunto perché trasfigurati, quasi divinizzati. Da millenni è così...
Beethoven fonti molto certe ce lo dipingono come un ometto tozzo, tarchiato, con un viso quasi "mulatto", il naso schiacciato e i tratti grossolani...A differenza di Brahms o Liszt che erano per i tempi (ma anche secondo i canoni attuali) molto belli, diremmo noi "fighi"..
Incline all'ira, ma allo stesso tempo grezzo, villano...La sua estrema sensibilità, la sua poesia le esprimeva con la musica, non con le fattezze o i modi.
E il Beethoven "oldmaniano" è lo stereotipo Romantico del Personaggio Beethoven (il Jim Morrison dei suoi tempi), lo stesso stereotipo che ci ha consegnato tanti ritratti tutti uguali e tutti palesemente idelizzati. Perché quei pochi pittori che lo hanno dipinto per come era veramente ci hanno lasciato un ritratto dell'uomo che ho sopra descritto..E tanto per essere chiari, la capigliatura che è diventata "iconica" se la inventavano i parrucchieri prima delle sedute di posa..Lui i capelli li aveva crespi e schiacciati...Il LVB ritratto in questo film è spassoso, divertente e irriverente, crudele e sublime, laido e mistico...Una sorta di uomo eracliteo, molto (troppo) umano, tanto per parafrasare Nietsche...
Un film non certo perfetto, assolutamente scorretto politicamente, ma corretto storicamente ed eticamente si lascia vedere anche per le smorfie, i Tic, le idiosincrasie di un uomo che "grattandosi il culo" e parlando come un villano ha cambiato la storia della musica per sempre ed ha introdotto idee e forme che poi sfoceranno non solo nel "romanticismo in musica", ma oltre, molto molto oltre...(Sonata n°32, La grande fuga),
Saluti
Ovviamente, essendo un film, verità storica e realismo possono essere state un po' sacrificate per creare però una atmosfera di ammirazione e di rispetto nei confronti del personaggio. Anche il fatto che ci siano nel film 10 o più minuti di sola musica, dei movimenti della nona, chiarisce la volontà di celebrare la sua musica sopra tutto e fa stare bene anche me.
Do al film un 9, perchè anche chi non si è mai seduto ad ascoltare della musica può godersi il film.
Ed Harris sta facendo dei personaggi stupendi, vedetevi anche Pollock.
complicato,..la vostra recensione forse è troppo favorevole..ma ..Ludwig non si decifra mai..nessun film potrà mai averne la forza; in questo caso poi secondo me è troppo ambiguo il gioco tra la parte realistica e quindi desolata e dolorosa e quella fantastica con la figura di lei chiamata a sostenere l'umore del Grande e quello del pubblico che altrimenti sprofonderebbe..
purtroppo la verità è e fu un'altra, difficile ancora oggi da accettare..un po' come la Croce nella Passione..
un vero grande pregio...sono tornato a casa ed ho ascoltato finalmente con "gusto" la Grande Fuga dagli ultimi Quartetti...che avevo sempre trovato per me difficile..per questo solo il film si merita un 7 di incoraggiamento.
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(5.5/10)
