Dai voti altissimi mi aspettavo chissa' cosa.
Di positivo c'e' la curiosita' nel capire se susan sarandon ha ragione o meno e il finale ( intendo proprio l'ultimo minuto )
Di negativo, e' che come thriller ha poco, emozioni sentimetali poche, ma quello che piu' mi dava fastidio e' la non credibilita' dellla protagonista, in continue scelte assurde ed irreali ( parlare col marito no? prima di andare in paranoia, mettere qualche telecamera nascosta, no? Farla seguire da un detective privato, che tanto vanno in voga in america, no? ) che mi hanno tenuto estraneo al film.
Peccato, la trama poteva essere sfruttata meglio.
Deludente, a dir poco: di thriller neppure l'ombra, di momenti "forti" neppure a cercarli con il lanternino, di emozioni neanche a pagarle. " Le verità negate " non lascia alcun segno della sua presenza nel panorama cinematografico dell'anno, ma solo la sensazione di qualcosa di già visto, di sciatto, di approssimativo. Se non fosse stato per Susan Sarandon non sarebbe neanche valsa la pena di arrivare fino alla fine, tanti i momenti di stanca o addirittura di noia che hanno accompagnato la visione.
Sinceramente non condivido tutti i giudizi negativi sul film espressi dai lettori. Intanto chapeau davanti ad un thriller che riesce davvero a far paura e a creare tensione senza ricorrere ad effettacci di nessun tipo. (Considero le vespe che escono dal soprammobile un incidente di percorso). Straordinari e visionari gli incubi notturni della protgonista, e così pure l'arredamento. Astutamente la regista offre allo spettatore su un piato d'argento un'immagine di dejà vu ("Angoscia" di Cukor, "Merletto di mezzanotte", un film per la TV di Dario Argento che credo si chiami "il vicino di casa"...) poi all'improvviso rimescola le carte e ci porta ad un finale veramente sorprendente. Straordinaria come sempre Susan Sarandon, un po' legati gli altri attori (Mara, ma anche i due mariti),affacinante l'ambientazione australiana anzichè come al solito statunitense.
persino Susan Sarandon, che noi ragazze tutte ricordiamo come la splendida Louise, riesce a far riemergere dalla melmosa banalità questo film...Emily Blunt è espressiva come un ramo di bambù ( però almeno quello in un certo ambiente qualche emozione la può smuovere)
ma mara alla fine era la vera figlia o no?
per esempio nel finale quando mara ricorda di stare nell'orfanotrofio e gioca con quella bimba con i capelli chiari ossia la sua migliore amica......cosa vuol dire quando le dice di usare le sue cose come se fossero sue......