Film capolavoro. E' talmente bello e interessante che potremmo fare a meno dei dialoghi. Le immagini delle battaglie, in particolare, riportano alla migliore pittura rinascimentale ( vedi il trittico di Paolo Uccello "la battaglia di San Romano).Geniale poi la costruzione del "falchetto" (fusione e messa in opera ) parallelamente collegata agli ultimi giorni di Giovanni. E poi gli intrighi di corte delle varie "Signorie",in perenne conflitto tra di loro, sempre potenti con i deboli e servili con 'imperatore. "Hai serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!" (l'Alighieri aveva visto giusto!).Complimenti a Olmi per questo lavoro eccezionale di immagini e ricerca storica.
Sono completamente d'accordo con quegli spettatori che hanno giudicato il film di Olmi un capolavoro, non capisco invece quei pochi che forse pensavano di vedere Robin Wood. Ho letto diverse opinioni, alcune molto ben descritte, aggiungo solo un cenno al modo di raccontare caratteristico di Olmi, quel descrivere i personaggi nella loro vita privata, nel quotidiano, nelle loro faccende di casa e di lavoro come nell' "albero degli zoccoli"; quelle lettere fra Giovanni e la moglie dove per esempio le chiede di mandargli della biancheria più pesante perché fa freddo.Infine un cenno anche a quello spaccato di furbizia che magistralmente Olmi ci tramanda laddove il Marchese di Ferrara dopo aver lasciato passare i Germanici in cambio di favori, fa scrivere subito al Papa per informarlo del pericolo che correva essendo stato costretto con la forza ad aprire il ponte levatoio. Salva così la faccia all'uno e all'altro contendente. Negative ma non meno fedeli e ricercate, per me che non amo l'argomento, sono le scene della medicina di allora.
vedendolo per la seconda volta sulla tv di casa, confesso che la prima volta non mi era piaciuto granchè, ho meglio apprezzato la cura dei dettagli, oltre allo sporco onnipresente, anche la candela che brucia presso il moribondo pare fatta a mano come si usava allora, la scelta dei volti dei personaggi ricorda i film di Pasolini, la sobrietà del racconto e il gran mestiere di Olmi nel realizzare un'opera indimenticabile.