Per una volta il titolo italiano è più appropriato rispetto a quello originale ("Goya's Ghosts"). Sì, perché il pittore fa solo da spettatore agli eventi narrati e non a caso la parte in cui scende realmente in campo è anche la meno riuscita. Il protagonista vero e proprio è fratello Lorenzo (magistralmente interpretato da J. Bardem) grazie alle cui azioni il regista critica in maniera forte e decisa gli orrori dell'inquisizione e gli errori dei paesi che esportano con la forza la democrazia (e i rimandi al presente sono chiari). Da notare poi la fotografia che rispecchia i toni cupi ed oscuri cari ai dipinti di Francisco Goya. Peccato solo per la mancanza di mordente che caratterizza la seconda metà del film.
Sconvolgente... delirante... non condivido le opinioni sulla chiusura... secondo me la scena finale è un capolavoro: nel contesto storico dipinto i sentimenti si possono esprimere solo nel gesto di una mamma pazza, con in braccio una neonata trovata per strada, che tiene la mano di un ex inquisitore redento in punto di morte da cui ha avuto una figlia che non ha mai visto e che lui ha allontanato... allucinante l'aternarsi di vicende: popoli interi in balie di torture e dogmi assurdi, liberati da altri uomini che subito dopo diventano i loro carcerieri... il buono e il cattivo non esistono, il torturatore e il liberatore sono solo due facce della stessa persona; in un turbine di eventi angoscianti i ruoli si alternano senza pietà, senza umanità... DA VEDERE!
L'Inquisizione Spagnola è una tragica ed incancellabile realtà con cui la Chiesa deve confrontarsi: uomini e donne suppliziati fino allo stremo, seviziati, condannati al rogo, nessun efferato strumento di tortura o di morte è rimasto escluso dai metodi di persuasione e confessione adottati dal tribunale ecclesiastico. Sono proprio le ombre di questo tutt'oggi inesplicabile organo religioso-giudiziario a costituire il fulcro della prima parte del film di Milos Forman: il fanatismo, tanto efferato qunato ingenuo, di Padre Lorenzo (Javier Bardem) muove le fila della tragica vicenda di Ines (una fulgida Natalie Portman), condannata per una colpa da lei mai commessa. Lungi dal rappresentare un ecclesiastico granitico e samguinario, Forman porta sulla scena un Lorenzo profondamente tormentato, la cui crudeltà non nasce da una malignità interiore, bensì da una ingenua e sconsiderata adesione agli ideali che abbraccia; le sue continue trasformazioni (da sacerdote a rivoluzionario) testimoniano il suo disagio e la sua incapacità di radicare i propri principi. Attraverso l'evoluzione di Lorenzo, Forman compie una doppia analisi: non solo il fanatismo religioso, ma anche il furore rivoluzionario sono chiamati a passare per il valico del dubbio. Il risultato è una duplice condanna, la cui tragedia coinvolge chiunque; ciò che rimane è il nulla, come dimostra la scena finale, dove il cadavere di Lorenzo viene trascinato via da un misero carretto, sbeffeggiato da uno stormo di bambini-avvoltoi. Nonostante la presenza di un personaggio senza dubbio interessante, forse un po'convenzionale, ma di rilievo, il film non riesce a mantenere alto il livello se non nella fase pre-rivoluzionaria. La seconda parte si snoda attraverso una ricerca rocambolesca di qualcuno che non trovano e questo obbliga il regista a porre in secondo piano l'interiorità dei personaggi. La stessa critica degli estremismi risulta a tratti goffa e superficiale, appesantita soprattutto dal personaggio di Goya, la cui presenza è tanto ingombrante quanto inutile.
Non è un capolavoro ma neanche sconcio come qualcuno lascia intendere. Racconta un genere, un'epoca e sopratutto un pittore, Goya, che senza forse assume il connotato principale della vicenda!
...la verità vi fa storcere il naso quando sotto accusa e la vostra beneamata Chiesa, e vi fa girare la faccia dall'altra parte per non vedere i crimini commessi dalla Chiesa in quel periodo.
Così questo drammatico film che racconta con molta veridicità solo una delle tante vite spezzate nel buio di quegli anni non piace perchè racconta di un periodo che la vostra Chiesa vuole cancellare.
Stranissimo infatti è che sono stati fatti centinaia di film e romanzi per raccontare l'olocausto e pochissimi per raccontare i crimini commessi dall'inquisizione, oppure le stragi che i maiali spagnoli e portoghesi hanno commesso a danno delle popolazioni del Sud America, con l'avallo della Madre Chiesa, che ancora oggi conserva i tesori rubati e macchiati del sangue di migliaia di innocenti.
Meriterebbe un bel sette ma metto dieci per alzare la media troppo bassa per questo film.