...la verità vi fa storcere il naso quando sotto accusa e la vostra beneamata Chiesa, e vi fa girare la faccia dall'altra parte per non vedere i crimini commessi dalla Chiesa in quel periodo.
Così questo drammatico film che racconta con molta veridicità solo una delle tante vite spezzate nel buio di quegli anni non piace perchè racconta di un periodo che la vostra Chiesa vuole cancellare.
Stranissimo infatti è che sono stati fatti centinaia di film e romanzi per raccontare l'olocausto e pochissimi per raccontare i crimini commessi dall'inquisizione, oppure le stragi che i maiali spagnoli e portoghesi hanno commesso a danno delle popolazioni del Sud America, con l'avallo della Madre Chiesa, che ancora oggi conserva i tesori rubati e macchiati del sangue di migliaia di innocenti.
Meriterebbe un bel sette ma metto dieci per alzare la media troppo bassa per questo film.
dimenticate i luoghi comuni anticlericali, antispagnoli e antifrancesi. Non giudicate Lorenzo e guardate il film (andate a vederlo, vale la pena).
Forman ha fatto film di più spessore, come "Valmont", e si vede che manca un libro come "Le relazioni pericolose" di Laclos a sostenerlo, ma Ines Bilbatua è credibile come tutte le vittime di questo mondo.
Un meraviglioso fosco affresco che lascia storditi, suggestiona, ossessiona.
con gran desolazione e sorriso amaro forman scava a fondo l'umano lato oscuro.
quante devastazioni possono scaturire in nome di presunti ideali di "verità" "libertà" e "uguaglianza"...
le grandi illusioni umane: strumenti che vestono le miserie dell'esistenza lungo l'ineluttabile segno dei tempi, testimone dell'eterno ritorno dell'identico sotto spoglie sempre diverse.
tutti mentono a se stessi, i savi, i folli. per vivere meglio. per...vivere. per dare un senso.
che meraviglia questo film, si nutre d'emozioni, si nutre d'arte.
la regia parla all'anima con solida classe d'altri tempi!
Sono andata a vedere il film con qualche dubbio (avendo letto qualche recensione) ma l'ho trovato splendido. Non è vero che sia incoerente e superficiale, come è stato detto. Alla fine, sembra di trovare il filo conduttore, è un cerchio che si chiude.
E' vero che Forman ci parla di tutte le dittature in questo film, ma è anche opportuno ricordarci che cosa è stata quella della Chiesa cattolica, dato che a volte in questi tempi ce lo dimentichiamo ( e non mi stupirei che Ratzinger tra poco ci ripristinasse l'Inquisizione).
Non è vero nemmeno che la psicologia dei personaggi sia poco approfondita: certo non è un film di introspezione, però i vari caratteri sono "veri"!
Il personaggio di Ines, per es., è credibilissimo e commovente: se Goya le avesse fatto incontrare sua figlia, non avrebbe retto: per lei il tempo si era fermato, e voleva la sua bambina (che in effetti ritrova!)
In tutti i rivolgimenti politici dell'epoca,tutti parlano di grandi ideali e opprimono il popolo.Solo Goya sembra capace di "vedere" e trasporre nelle sue opere la realtà dei suoi tempi. Questo forse è il messaggio di Forman: solo un grandissimo artista può intuire l'anima delle cose, la verità.
L'ultima scena è potente! Il carro funebre con l'orribile cadavere rovesciato, i monelli indifferenti (abituati evidentemente a ogni sorta di orrore) e lei, unico essere sensibile, che cammina stralunata, mano nella mano del suo carnefice, come fosse vivo...