è un film molto forte che però fa pensare sono andata a vederlo con la scuola ad un cineforum eravamo tutti scolari di 16,17 o 18 anni e alla fine del film c'è stato un attimo di silenzio e poi un applauso di qualche minuto. Questo film serve per ricordare quello che la Turchia non ha ancora ammesso di aver fatto anzi sono stati bruciati tutti i documenti che parlavano di questo genocidio.
Un film che dovevo vedere per il tema così drammatico e importante.Sono contenta di non essere armena come la mia compagna di scuola alle medie, perchè invece di essere solo delusa,sarei offesa ed umiliata da un film fatto senza cuore,senza intelligenza e senza cura.Storia ridotta a soap,recitazione da pessima filodrammatica,dialoghi che sembrano prelevati da un fotoromanzo di serie C,assoluta mancanza di ritmo.Ci dovrebbe essere il buon gusto di non ridurre la tragedia di un popolo intero
ad una operazione di questo genere.
Non è questione di budget (= problema che si solleva quando il risultato cinematografico è scarso!!! si poteva giocare sulla scenografia, sui costumi, sulla sceneggiatura, sui personaggi, sulla fotografia, sulle luci, sulla recitazione e soprattutto sul ritmo del montaggio. risultato? deludente su tutti i fronti.
un troppo impoverito film storico. uno sceneggiato tv, ormai passato di moda. un legame,all'eccelso testo della arslan, troppo letterale e senza sprazzi di inventiva cinematografica (neanche per sopperire alla grandezza del testo!) altrimenti l'elaborazione cinematografica di un regista in cosa consisterebbe? basterebbe un artigiano qualsiasi!
per completare le informazioni sugli altri film,
vlevo solo ricordare che, nel cinema, il massacro degli armeni è stato già affrontato in altri due film
francesi: mayrig e 588, rue paradis di h.verneuil. il regista è di origine armena. in italia non è mai stato importato . unico merito della diffusione va alla rai, che lo ha trasmesso un paio di volte a tarda ora, forse per non offendere la "sensibilità" turca. in italia la rai lo ha denominato "quella strada chiamata paradiso" con omar sharif e claudia cardinale. ha un impianto classico, ma è di una forza emotiva enorme. ricordi che i films in questione sono datati 1992!
Lo trovo il più bel film che abbia visto in questa stagione. Riporta alla memoria un genocidio scomodo e politically uncorrect, con discrezione e semplicità. A me sono piaciuti molto anche gli attori, non ci sono scene grautite ed esagerate di violenza. Un film che fa pensare e che scorre via bene.
Alla fine del film la platea è rimasta in silenzio e anche uscendo non si sentiva una parola: le immagini sono rimaste dentro.
Uno dei piu efferati genocidi del ventesimo secolo, negato ancor oggi dagli eredi di chi lo commise, doveva e poteva essere lo spunto per fare un grande film, peccato che sia stato girato con una tale superficialità sia nella sceneggiatura che nella penosa "recitazione" di stampo televisivo che già a metà film non vedevo l'ora che finisse tal supplizio. Tutti gli attori, nessuno escluso, sono stati a dir poco imbarazzanti, i dialoghi sono stati scritti con la stessa cura di quelli di una soap, la regia sembrava quella di uno alle prime armi,insicura e poco mincisiva, i costumi abbastanza ben curati peccato che i truccatri se c'erano, dormivano. Per non parlare della fotografia che ha dato il suo contributo alla (non) riuscita di questo film, che sicuramente verrà apprezzato nel suo passaggio televisivo, sua destinazione naturale a parer mio, con un pubblico più consono ad accettare una produzione di tale fattezza. Dispiace davvero che girino nelle sale questi prodotti che portano beneficio solo ai detrattori del Cinema italiano che tanti capolavori di denuncia ha prodotto in passato (la battaglia di Algeri tanto per citarne uno...) e spero che al più presto il genocidio del popolo Armeno venga trattato in modo più appropriato sia dal punto di vista storico (le vicende amorose in questo film mi hanno causato un attaco di orticaria...)che da quello politico con un analisi approfondita delle cause che hanno portato a tale dramma e ai vari motivi del silenzio che fino ad oggi ha oscurato tale genocidio.