Nel 1991, mentre Terence Hill scorazzava per il Far West nei panni di Lucky Luke, nel telefilm tratto dall’omonimo fumetto, il suo compare Bud Spencer s’era trasferito armi e bagagli a Miami per vestire quelli di Jack Costello, detto “Extralarge” per la sua stazza, un detective ex-poliziotto intento a risolvere intricati casi con l’aiuto della procuratrice Winnie, dell’ispettore Sam, della governante cubana Maria Ruiz, e di Dumas, un nero fanfarone e sedicente artista, amante delle donne e della bella vita.
La serie, prodotta da Claudio Bonivento per Rai 2, scritta e diretta da Enzo G. Castellari (vedi “Jonathan degli Orsi” con Franco Nero), fu un buon successo, tanto che nel ’92 Bud ritirò un telegatto dalle mani dell’amico Terence. L’anno seguente fu girata una seconda stagione, stavolta diretta da Alessandro Capone per Canale 5, ed ebbe altrettanto successo. In seguito non furono più realizzati nuovi episodi, ma non passa anno senza che “Extralarge” non venga replicato come tappabuchi estivo. E, per una volta, si tratta di repliche sempre graditissime. Perché questo telefilm, spesso sottovalutato dai fan (abituati ai film spensierati e infantili dei vecchi tempi) può ancora oggi considerasi il miglior prodotto poliziesco di fattura italiana, con buona pace di serial più recenti come “Distretto di Polizia” o “R.I.S.”. La forma è quella tipicamente italiana delle cosiddette fiction (cioè pochi episodi, 8 la prima stagione e 6 la seconda, ma dalla durata cinematografica di un’ora e mezza), ma la sostanza ha un’aria da grandeur da esportazione. Le trame gialle sono ben congegnate, suspense, azione e ironia si bilanciano perfettamente, sparatorie e inseguimenti non anno nulla da invidiare ai film americani, le magnifiche location di Miami sono ben sfruttate, e molte sono le guest-star americane: Dumas è interpretato da Philip Michael Thomas (il Tubbs di “Miami Vice”), sostituito nella seconda serie da Michael Winslow (il rumorista di “Scuola di Polizia”), e nei vari episodi troviamo Erik Estrada (Poncherello in “C.H.I.P.S.”), Lou Ferrigno (“L’Incredibile Hulk” televisivo), Pat Morita (il maestro Miyaghi di “Karate Kid”) e la bella Suziee Pai (la cinese dagli occhi verdi di “Grosso Guaio a Chinatown”). Un telefilm così oggi sarebbe impossibile da realizzare, primo perché i registi italiani amati dalla critica sono tutti intellettualucci bergmaniani di mezza tacca con uno stile piatto da soap opera (vero Muccino ?), secondo perché, malgrado il prezzo del canone sia più che duplicato, il massimo che sa offrire Rai 2 è un reality, “L’Isola dei Famosi”, dove si tira al risparmio anche sul cibo dei concorrenti. Che tristezza…
P.s. In Germania “Extralarge” è uscito in Dvd già da un pezzo, noi quando ce la diamo una mossa ?
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(10/10)
