Leconte è riuscito a conciliare la leggerezza che non è mai banalità e la rappresentazione della condizione di molti di noi che hanno tanti "contatti" senza coinvolgimenti emotivi e senza assunzione di responsabilità. Forse è questo il destino dell'umanità?
Spero che questo film divertendo faccia riflettere .
I due attori protagonisti sono assolutamente strepitosi specialmente il tassista. i registi italiani "minimalisti potrebbero imparare qualcosa "
invece di fare commediole sciocche e ripetive.
Dalle persone che verranno al tuo funerale potrai capire quanti “veri” amici hai avuto nella vita.
Il film prende le mosse da un funerale, con pochissimi presenti uno dei quali, Francois, si avvicina alla vedova per sapere se sarebbe potuto passare a ritirare un mobile, strano modo per farle le condoglianze.
Il vaso, con la rappresentazione di Achille e Patroclo è il protagonista “muto” del film.
Perché tanta voglia di possedere quel vaso, pagandolo a così caro prezzo?
Il film si snocciola su questo tema e sulla scommessa con cui Francois viene “provocato” dalla socia.
La ricerca dei “vecchi” amici della lista è solo un pretesto per rivelare chi era veramente Francois fin da quando era ragazzo, perché è vero che le migliori amicizie nascono tra ragazzi, ma poi gli anni, la vita, i luoghi diversi e le mogli te li fanno perdere. Dunque Francois trova Bruno, ma Bruno è un semplice tassista.
Comincia a nascere “qualcosa” tra i due, disinteressato il sentimento di Bruno verso Francois, interessato quello di Francois verso Bruno.
Tanto è vero che Francois chiede a Bruno la “prova” della sua amicizia per vincere la scommessa, più che per convincere se stesso dell’amico appena trovato.
Colpo di scena dopo colpo di scena, Bruno scopertosi tradito da colui che riteneva già suo amico, rompe il vaso e “versa” le lacrime….ivi contenute. Tragedia e sorpresa, non era il vero vaso che fortunatamente ricompare, grazie alla socia.
Qui finalmente Francois si scioglie e comincia rimediare alla sua aridità decidendo di rivendere il vaso al produttore televisivo allo stesso prezzo a cui lo aveva pagato, a patto che Bruno potesse fare la sua gara in TV. Bruno non sa tutto questo ed è quindi lui a chiedere la prova d’amicizia a Francois, con l’ultima domanda jolly. Dopo la vittoria Bruno spende tutto, ma gli resta quanto basta per offrire la cena a tutti, per gratitudine o per amicizia?
La socia aspirava all’amicizia di Francois ma lui non se ne accorge. Da un analfabeta in amicizia cosa poteva aspettarsi?
La figlia in difficoltà con un padre che non dedica attenzione nemmeno ai suoi malanni trova in Bruno e nella sua curiosità per le etichette la soluzione del suo male.
Insomma un film semplice che dovrebbe insegnare molto ad ognuno di noi, sia a chi “ha” tanti amici, sia a chi ne “ha” pochi, un amico non si “possiede” perché nell’amicizia conta più la dimensione del dare che dell’avere, questo mi sembra il messaggio che smentisce il vecchio adagio, che.... chi trova un amico trova un tesoro.