che bella sfilza di commenti negativi, spesso compiaciuti.. ma perché la gente non si informa di cosa si tratta, prima di andare a vedere un qualunque film? Kaurismaki, secondo me, è uno dei pochissimi registi attualmente in attività che merita attenzione, questo è un film molto duro, senza speranza, ben diverso dall'ultimo, "Le Havre", una specie di favola a lieto fine.
forse certi commenti sono una reazione difensiva, da parte di chi non voleva farsi coinvolgere dalle terribili problematiche che il film contiene, chissà, fatti loro, mi vien da dire..
non sono sicuramente molti i registi con questa capacità di provare compassione per i diseredati di cui è pieno il mondo, Kaurismaki è fra quelli, ed è molto, molto bravo.
Un film quasi privo di parole, fermo, muto, estatico, dissonante nel profondo. Una fotografia meravigliosa, nella sua immobilità, nella sua tragicità. Una disperata, digraziata discesa nell'abisso della solitudine, dell'incomunicabilità, nell'assenza di speranza, ma anche una laconica e lentissima immagine di mano nella mano che tristemente ti suggerisce una straziante possibilità di riprendersi un poco la vita, così irrimediabilmente lontana.
Per puro caso ho visto questo film di questo regista a me sconosciuto. Mi ha lasciato attonito, stranito, solo. Bello.
Regista di culto questo Kaurismaki, non avevo ancora visto un suo film ma devo dire che mi ha ben impressionato. Sono d'accordo con chi dice nelle opinioni che questo film è un ritorno alle origini del cinema e alle emozioni che ci può dare anche senza effetti speciali o cervellotiche trame. Qui il tutto scorre con una logica stringente anche se vista da uno "sconfitto" dalla vita e il finale lascia tutto in sospeso anche se probabilmente il protagonista (dal nome secondo me impronunciabile :-)) riuscirà a reinventarsi nella società e magari anche nutrire un sentimento più profondo per la sua amica del "grilli". Voto 9 (...e vista in quest'ottica mi sa che non andrò mai ad Helsinki :-))
Non me lo potevo perdere, dopo che ho visto e apprezzato "Nuvole in viaggio" e "L'uomo senza passato". E così, levataccia per vederlo su Sky alle 6,30 del mattino, se no chissà quando ripassa. Va beh, conoscevo già lo stile, tenebroso e silenzioso, molto "nordico". La scena nel ristorante dopo la scarcerazione mi ha ricordato quella di "Nuvole in viaggio" in cui Ilona va a lavorare dal mafioso: qualcosa si inceppa. Ma per esperienza dico che bisogna avere fiducia, le cose non restano inceppate per sempre, prima o poi qualcosa si muove di nuovo. Il film finisce con Koistinen che dice alla fida Aila: "non sono ancora morto". Mi piace pensare un seguito in cui i due vendono wurstel insieme e la loro amicizia diventa qualcosa di più profondo.