Deliziosa la recitazione del piccolo Qiang. Un po' meno incisiva quella degli adulti, ma che, forse, volutamente, sono solo di contorno alla storia che mantiene la freschezza nella incapacià di "capire" certi atteggiamenti dei grandi da parte dei bambini che cercano di crescere.
L'immagine che più colpisce è quella del bambino, protagonista del film, che vede una sfilata di adulti che indossano, essi pure, degli enormi fiori rossi. Non c'è speranza per lui. Quello che credeva essere solamente il mondo dell'asilo e che avrebbe abbandonato, una volta cresciuto, è invece IL mondo, la società nella sua totalità. Il protagonista comprende che vive nel conformismo, nell'omologazione, e per sempre, per la durata della sua vita, sarà costretto a restarci. L'immagine finale del bambino che si abbandona sulla lastra di pietra, quasi un altare del sacrificio, mentre una voce femminile lo chiama, richiama quella della "Dolce Vita". Ma, mentre il quel film la voce è quella della Grazia, in questo è quella della società, impaurita che un essere umano possa sfuggirle.
Una direzione sublime per circa 50 piccolissimi, che nella loro bravura hanno messo in ombra l'ottima scenografia e la delicata fotografia.
Mi ha ricordato, seppure nella sua diversità, il pranzo di Babette, poche parole e molti suoni del quotidiano.
E' una riconferma del mio personale apprezzamento al non conformista cinema ipponico.
Il Film mostra la vita all'interno di un asilo
in cui educatrici (tutte donne) e bambini convivono inquadrati in un ordine militaresco, piatto e molto squallido.
La gelida perfezione di questo minimondo viene turbata dall'arrivo di un bambino che rifiuta di essere incasellato e maneggiato come un pupazzo.
La piccola società, ha però gli stessi istinti
di quella degli adulti, ed emargina il bambino diverso portandolo a diventare un "cattivo soggetto" che per rivalsa ne combina di cotte e di crude sempre di più...
L'asilo militaresco non stupisce visto che la Cina ha sempre avuto una particolare inclinazione per la distruzione e l'avvilimento dell'individuo, quello che invece colpisce (in negativo) è il finale assurdo..
E' come se bruscamente il Film si interrompesse e la comparsa dei titoli di coda lascia lo spettatore con un palmo di naso e la bocca aperta, anzi spalancata !!!
Gli affibbio un 6 a causa del pessimo, insulso finale..
ed è un peccato perchè poteva venir fuori qualcosa di bello ed originale.
La celebrazione dell'insulso. rispetto ai soliti film orientali ed, in particolare, ai film cinesi manca di magia e di morale per fermarsi ad una banalità da recita di bimbi all'asilo: preferisco andare a vedere mia nipote!
che ciò sia dovuto alla coproduzione rai?
al termine del film c'è stata la gara a chi sarebbe riuscito ad uscire per primo.
per fortuna sono andato al primo spettacolo. diversamente mi sarei fatto una bella russata.