Questo film mi ha molto toccato poichè non pensavo che si potesse arrivare ad una rigidità di spazi e tempi educativi del genere!!!
Non si possono modificare i bisogni fisici e psichici di un bambino o programmarli in quel modo!!!!!!!
L'immagine che più colpisce è quella del bambino, protagonista del film, che vede una sfilata di adulti che indossano, essi pure, degli enormi fiori rossi. Non c'è speranza per lui. Quello che credeva essere solamente il mondo dell'asilo e che avrebbe abbandonato, una volta cresciuto, è invece IL mondo, la società nella sua totalità. Il protagonista comprende che vive nel conformismo, nell'omologazione, e per sempre, per la durata della sua vita, sarà costretto a restarci. L'immagine finale del bambino che si abbandona sulla lastra di pietra, quasi un altare del sacrificio, mentre una voce femminile lo chiama, richiama quella della "Dolce Vita". Ma, mentre il quel film la voce è quella della Grazia, in questo è quella della società, impaurita che un essere umano possa sfuggirle.
Deliziosa la recitazione del piccolo Qiang. Un po' meno incisiva quella degli adulti, ma che, forse, volutamente, sono solo di contorno alla storia che mantiene la freschezza nella incapacià di "capire" certi atteggiamenti dei grandi da parte dei bambini che cercano di crescere.
Una direzione sublime per circa 50 piccolissimi, che nella loro bravura hanno messo in ombra l'ottima scenografia e la delicata fotografia.
Mi ha ricordato, seppure nella sua diversità, il pranzo di Babette, poche parole e molti suoni del quotidiano.
E' una riconferma del mio personale apprezzamento al non conformista cinema ipponico.
il film è senza senso se cerchi la costruzione classica, stereotipata e "industiale" dei film hollywoodiani.
se per avere significato un concetto deve essere espresso necessariamente con parole, mentre qui il discorso è più sottile e le situazioni, i sentimenti, i concetti sono espressi non solo verbalmente.
il tuo giudizio sembra molto molto ancorato alla "pretesa" di uno spettatore che non vuole vedere e conoscere qualcosa di diverso, ma reiterare una esperienza filmica sempre uguale a se stessa.
viva la diversità, viva questo film!!!!