Gli anni '50. La California, una delle regioni più ricche e più assolate al mondo. Giovani appartenenti a famiglie benestanti a cui apparentemente non manca nulla, in primis l'automobile, simbolo della società dei consumi di quegli anni. Eppure qualcosa non va, non ci si diverte, non si è soddisfatti di se stessi e degli altri. Gioventù bruciata è un film sul lato oscuro dello splendore economico di metà secolo, individuato nel disagio e nell'insoddisfazione di un gruppo di giovani che hanno tutto tranne l'attenzione e l'affetto che vorrebbero dai genitori. La tragedia finale, anche se prevedibile, è sempre di forte impatto, rimandando tuttavia a qualcosa di migliore, un seganle di maturazione da parte di Jimmy e della fidanzata. Un film immortale e uno tra i miei preferiti, con cui ho un particolare emotivo. James Dean con giubboto rosso e sguardo strafottente rimarrà un'icona immortale, degna di eredi come River Phoenix e Martin Sheen
Mi trovo d'accardo con le prime 2 opinioni, c'è poco da aggiungere.
Un film che forse non si può vedere pensando ai giorni nostri, ma cercando di tornare agli anni in cui è ambientato (Solo il fatto dei vestiti segna la generazione come ribelle, impensabile fino a poco prima andare a scuola in America senza giacca e cravatta)..
Stupisce che una pietra miliare nella storia del cinema non attiri appassionati in questo sito.
Il modo crudele e coraggioso di affrontare il rapporto padre-figli, il tema della ricerca del padre, hanno fatto scuola (vedi Spielberg), come il modo in cui la regia usa il cinemascope, la giubba rossa di James Dean, il senso epico nella chickie-run verso lo strapiombo. Dialoghi anche filosofici, ma che si adattano perfettamente alla bocca di sedicienni. Peccato per il finale buonista e assolutorio, forse era troppo presto?