Il film nasce cercando di conciliare temi che poco hanno a che fare l'uno con l'altro, ed anzi forse, nel mondo reale si giustappongono. Razzismo, o multiculturalismo, disintegrazione delle identità, rovina delle società tradizionali e scompensi demografici sono temi cari all'intellettualità buonista, ma l'infertilità non è certo un problema, se non per le popolazioni occidentali. Il realismo è abbastanza scadente, la Gran Bretagna come unica "isola", non solo nel senso letterale, di ordine rimasta sul pianeta sembra solamente quello che è, un espediente per narrare una storia in Gran Bretagna. Nessuno spiega come mai lo scenario sia praticamente post atomico, se non una vaga degenerazione dell'umanità, morale e fisica, che all'apoteosi finale conduce all'intertilità totale. Resta in sospeso anche un'altra questione, volutamente esclusa dal regista, e cioè che l'estinzione dell'umanità, ben lungi dall'andare di pari passo con la degenerazione della biosfera planetaria, ne sarebbe invece la medicina più rapida per un rapido ritorno ad una rigogliosa fertilità laddove tutto sembra sommerso da acciaio, cemento, spazzatura e liquami biologici o industriali. La panacea sembra essere la rinascita (di colore, altro argomento scottante) dell'umanità, mentre verosimilmente per la natura è solo la prosecuzione dei tormenti inflitti e che sono portati al parrosismo dalla sceneggiatura.
la trama ha, secondo me, una grossa pecca; quella di voler sviluppare due tematiche (chiamiamole infertilità e immigrazione, per sintesi) che fanno fatica a convivere.
a mio parere è un peccato; si sarebbe potuto fare di meglio scegliendone una sola.
District 9 ad esempio si è concentrato sull'immigrazione, ed è risultato assai più incisivo.
Le tematiche relative all'infertilità, per quanto poco credibili in un mondi in 6 miliardi di individui, potevano dare luogo a maggiori approfondimenti.
la scena della battaglia, per quanto assai ben girata, ricade nel solito clichè; tutti colpiti tranne cattivo, eroe e eroina.
il cattivo va incontro alla sua catarsi, l'eroina si salva, l'eroe alla fine rivela che una pallottola se l'è beccata pure lui; ovvia morte a 1 metro dal traguardo.
In estrema sintesi... buone idee, occasione sprecata.
La storia può piacere o meno, ma la regia è davvero fantastica.
La parte del palazzo occupato dai ribelli è memorabile: scene di guerra così realistiche non le ho mai viste neanche in Salvate il soldato Ryan. Il bambino che ferma le armi per qualche minuto è la sintesi del messaggio centrale del film.
Vero, alcuni personaggi sono un po' macchiettistici e il doppiaggio italiano così così. E' un titolo fuori dagli schemi e a mio parere merita la visione.
Un film straordinario, tra i migliori dell'ultimo ventennio, girato benissimo ed interpretato ancora meglio su una tematica spinosa, con tanti riferimenti all'attualità. Un must see per tutti i cinefili!