Il mondo non comunica è questo che ci vuole dire il regista di 21 grammi. anche se comunica lo fa in modo sbagliato, con tabù e burocrazie da rispettare. siamo tutti sulla stessa barca, viviamo sullo stesso pianeta e basta un colpo di fucile a far si che vite distanti si intreccino e diventano una sola cosa, una sola realtà, in un mondo che è diventato una babele, ma non per colpa delle lingue: alle fine basta uno sguardo, come quello fra la vecchia marocchina che assite la moribonda americana o quello fra il poliziotto giapponese e la piccola sordomuta, e ci riscopre essere umani. quindi non è che non comunicano gli uomini, ma non comunica il "mondo" con i suoi orpelli, con le sue regole, con le sue politiche e le sue paure. e anche il suo razzismo. la sorda muta isolata e respinta, la messicana che per forza deve essere una clandestina, il colpo di fucile "arabo" che per forza deve essere terrorista, e in questa miscela di pregiudizi e paure e che chi fa le spese infine è l'essere umano, il quale invece cerca disperatamente di essere "normale", di amare, divertirsi, giocare... la cosa curiosa del film che gli stati uniti non si vedono, se non in poche inquadrature del tutto anonime di due case. invece il marocco, il giappone e il messico sono raccontati, nei loro paesaggi, nei colori, e nelle persone che ci vivono, gli usa no... anche se si sentono, pesanti nella loro realtà chiusa nel terrore e nella "burocrazia politica", pieni di paure di questa nuova babilonia, che influenzano volente e nolente il destino degli altri...
dico solo che è il mio film preferito!non smetterei mai di guardarlo, la musica, l'atmosfera che lo pervade..tutti tipici di inarritu, che è riuscito a dare il meglio di se inserendo nel tema tipico dei suoi film di morte e tristezza anche il tema della divisione che c'è nella razza umana senza risultare per niente banale
inarritu l'ho conosciuto con amores perros e mi sono subito innamorato del suo modo di fare film con queste storie crude e profonde questi intrecci sul montaggio entri nel film vivendo più storie contemporaneamente emozioni una dopo l'altra sembra di vedere più film contemporaneamente un concentrato di emozioni , poi con 21 grammi senza parole un gran bel lavoro, ed infine con babel sono andato al cinema consapevole di andar a vedere un filmone cosi è stato sono uscito dal cinema entusiasta telefonando agli amici consigliandolo vivamente .
" el negro " lo chiamano lui insieme ad Alfonso Cuaron ed a Guillermo del toro hanno formato il "cha cha cha"
Film, come diceva qualcuno, crudo e delicato al tempo stesso. Non un secondo di noia, nonostante le due ore e mezza di durata, interpretazioni magistrali (sorprendente Brad Pitt), colonna sonora suggestiva. Incredibile come la musica e la fotografia riescano a suggerire la calma quasi surreale di un mondo ancora primitivo e ai confini del tempo come il Marocco rurale, e l'energia della psichedelica metropoli giapponese. Non è difficile capire i passaggi, come qualcuno diceva. Santiago ha sfondato il posto di blocco in quanto i bambini non dovevano trovarsi al di là del confine americano, la tata viveva clandestinamente negli Stati Uniti e lui stesso era ubriaco. La crisi dei turisti americani è stata generata dalla morte di uno dei loro figli durante il sonno, al seguito della quale Richard, troppo spaventato, lasciò la moglie.
Ho visto questo film un pò per caso, in dvd.
Bellissimo; il regista dopo, 21 grammi, non mi ha assolutamente deluso.
Magistrale come è riuscito ad incastrare 3 storie che, sulla carta non hanno niente a che fare l'una con l'altra. Il tempo dominante, quello delle difficoltà della comunicazione, è sempre presente, ma senza schiacciare per questo le situazioni ed i personaggi.
A riguardo, faccio presente che il film non si ricorda per la presenza nel cast di Brad Pitt, e questo a mio avviso da ancora maggior risalto alla trama ideata dal regista.
Il film ti tiene assorbito nella storia (ops... nelle storie) per tutta la sua durata. L'ho trovato estremamente delicato (ad esempio nell'episodio dell'adolescente sordo muta), ma anche deciso e crudo (episodio della donna messicana che apprende di non poter mai più rientrare negli Stati Uniti), e i due aspetti si alternano e si confondono continuamente.
Mi ha fatto riflettere e, anche solo per questo, merita un dieci.
Ce ne fossero di più di film così.