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La commedia del potere

Opinioni presenti: 4
Media Voto: Media Voto: 4.5 (4.5/10)

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Convincente solo in parte

(7/10) Voto 7di 10

Sarà che qui in Italia (sia per ciò che riguarda le tangenti finaziarie, che per la mafia e altri malaffari) conosciamo sin troppo bene i "meccanismi" che fan sì che chi si avvicina al 'cuore' della verità trova via via ostacoli -manifesti o oscuri- sempre maggiori e più 'frenanti': ma la pellicola d'oltralpe, su questo piano, non mi sembra davvero dire niente di nuovo o di più di quel che già sappiamo. Più interessante, semmai, l'esplorazione di ciò che accade nella vita e nell'anima della protagonista giudice, sia sul piano privato, che - forse ancor di più - sul piano pubblico, come ad esempio il fascino crescente per la constatazione del proprio potere (anche se questo si potrebbe prestare facilmente a letture ambigue). In ogni caso, praticamente perfetta la tesa e affascinante interpretazione di Isabelle Huppert



Jan, 48 anni, Palermo (PA).




Una commedia senza potere

(4/10) Voto 4di 10

Una commedia che non seduce e che non è una commedia. L'argomento più che serio, si risolve nella sinossi del film, nè più e nè meno. Trattare il potere parlando di potenti incastrati da una "potente" poteva andare al di là di una suggestione articolata? Arduo. Sicuramente la sceneggiatura non è all'altezza della regia ma ahimè è frutto dello stesso regista:nessuna giustificazione quindi. Alcune scelte insistenti - sigari e sigarette, uomini con uomini, donne con donne, guanti rossi sempre..indicali - possono far presumere una "potente" metafora non facilmente decriptabile, ma no, è tutto comprensibile e definito, il gioco dei potenti e la smania della potente. Delude ma non annoia, se la noia conosce Chabrol. Certo cinema francese seduce comunque e quindi la Huppert non manca di affascinare, lei però, non il personaggio e così lo spettatore si traspone nel marito fantasma....



Christian, 32 anni, Milano (MI).




La Francia corrotta, sì ma che noia...!!

(2/10) Voto 2di 10

Film noioso...Non capita spesso che si veda un film e non vedi l'ora che finisce, bhe qst film invece fa un'eccezione...Noioso,ripetitivo...



Flavio, 21 anni, Napoli.




La commedia che non fa sorridere

(5/10) Voto 5di 10

Isabelle Huppert è un magistrato che indaga su un giro di tangenti e corruzione nell'alta società francese, ostacolata da grandi e potenti che cercano di trasferirla promuovendola, ottenendo ben poco. Le premesse sembrano interessanti. Peccato però che oltre le premesse nulla, peccato, cioè, che queste non siano le premesse, ma il film stesso. Non succede nient'altro. Non ci sono colpi di scena e il tono narrativo di tutto il film si mantiene molo basso e noi siamo costretti a seguire quasi minuto per minuto la vita pubblica e privata di un magistrato francese. Chabrol riesce a far sì che il film non diventi noiosissimo e che lo spettatore non si alzi e se ne vada attraverso il suo storico e comprovato talento per la suspence. Anche se, in questo caso, la suspence che il film possiede è l'attesa, la speranza, quasi, che qualcosa succeda. Lo spettatore italiano è infatti intimamente convinto, forse perchè troppo abituato a stragi mafiose un giorno si e l'altro pure, che ogni volta che lei entra in macchina, tutto salti in aria, cosa che, ovviamente, non accade. Quello che resta misterioso, più di tutto, è il senso di questa operazione cinematografica da parte di uno dei più importanti e famosi registi del cinema francese. Perchè questo film? Perchè con questo tono? Vuole restituire il senso del grigiume della commedia del potere, che tutto fa meno che ridere? Resta abbastanza ignoto, e il film non convince. Anche il fascino di una delle più grandi attrici di sempre, Isabelle Huppert, unica cosa davvero positiva del film, non è sfruttato a pieno.



Francesco, 18 anni, Napoli (NA).





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