Un film estremamente entusiasmante ed intrigante, ottimamente diretto e, soprattutto, recitato (da Oscar -come in effetti è stato - la prova di I. Bergman). E' molto difficile ricreare su pellicola l'atmosfera e i personaggi, così ben delineati e diversi tra loro, dei libri di A. Christie ma qui è tutto ricostruito in maniera egregia (una decina in più alle indagini di Poirot non avrebbe comunque guastato). Fino alla soluzione del giallo è impossibile staccare gli occhi dallo schermo della TV. Da vedere senza ombra di dubbio.
Sicuramente un ottimo film giallo, merito del buon cast, della trama intricata e del finale non molto facile da intuire. Nonostante le indagini siano interessanti per via delle verità che emergono dai vari interrogatori, alcune parti del film sono un pò lente e pesanti, ma questo non incide molto e comunque il finale fa dimenticare il presunto difetto che ho citato. Bravi gli attori, anche se io non mi soffermo su Albert Finney (senza dubbio bravo), nè sulla Bergman (buona la sua interpretazione, anche se per me non da oscar), ma sull'ottimo Anthony Perkins (conosciuto soprattutto per il ruolo di Norman Bates in "Psycho"), che secondo me ha interpretato molto bene il segretario/interprete della vittima. Insomma uno di quei film che non possono sfuggire agli appassionati di gialli e non. Voto 8.
è il film che diede inizio negli anni 70 alla lunga sfilza dei gialli di Agatha Christie con Hercule Poirot, qui un esagitato ed istrionico Finney, bravissimo. Classico intreccio messo in immagini garbatamente e con fedele rilettura del libro. Molti attori famosi che sotto la guida dell'efficiente Lumet non sbagliano. Ambientazione, musica e atmosfere: tutto in armonia. Memorabile la partenza del treno.
Eterogenei personaggi si trovano riuniti dall'abile penna di Agatha Christie in una storia circondata da un alone di mistero, dove però troviamo l'infallibile Poirot, che fa dei misteri il suo pane quotidiano. L'ottima trasposizione ne rispecchia le atmosfere misteriose e sinistre, così come il forte senso di claustrofobia determinato da un treno che si trasforma in un covo di vipere. Questa volta il memorabile Poirot è interpreto da un altrettanto memorabile Albert Finney, in una delle sue migliori interpretazioni, che ci regala un buffo e accattivante Poirot, diverso dalla rigida compostezza (anche se insuperabile) di Peter Ustinov. Attorno a lui una serie di personaggi misteriosi, che confondono con atteggiamenti ambigui che non si riesce a decifrare. Impossibile (come in tutti gialli della Christie) intuire il finale, troppo intricato anche per una mente attenta.