La media voto è più che giusta,parte abbastanza bene,ma cade nel ridicolo con trovate come il sale contro i non morti,zombie improvvisati "male" ecc. Merita solo per le scene di limonate a 3.
L'inizio è buono, ottimi effetti speciali, discreti (anzi sufficienti) i dialoghi e una suspance in crescita poi il film si perde in trovate ridicole, scandaloso quella specie di fungo nero che cresce per la casa (ma cosa hai combinato hooper?) e non fa paura a parte un paio di scene prese in prestito dagli horror di serie b oppure dagli horror anni '50, indecente il finale: il declino di un maestro; un prodotto deludente e scadente.
E’ sempre triste assistere al declino di un maestro. Nel caso di Tobe Hooper il dolore del cinefilo è lancinante. L’autore di Non aprite quella porta (1974) e Poltergeist (1982), due pellicole di culto con soprattutto la prima a segnare un’epoca per l’efficacia con cui descriveva le gesta raccapriccianti di una famiglia di assassini in un’America rurale e primitiva, è vittima da tempo di una crisi creativa che l’ha portato a realizzare anonimi prodotti televisivi per tutta la decade dei ’90. Il custode è la sua ultima, imbarazzante, fatica cinematografica. Si racconta di una famiglia che cambia città rilevando un’attività di pompe funebri che risulterà maledetta. Gli attori strepitano ogni battuta, i dialoghi sono dozzinali e quando nella seconda parte i morti viventi cominciano a spuntare da ogni dove facendo più ridere che paura, ti chiedi come mai cineasti horror “ragazzini” come Eli Roth ( Hostel ) e Alexandre Aja ( Alta tensione , Le colline hanno gli occhi ), cresciuti con il cinema di Hooper, siano oggi molto più bravi a ricreare le atmosfere malate e nichiliste un tempo marchio di fabbrica del regista texano. Quando gli allievi massacrano il maestro. Povero Hooper.
Non trovo nemmeno le parole per definire questo film. Davvero c'è chi si impressiona ancora davanti a scene viste e riviste negli horror degli anni 50, fatte pure male? E' uno dei film più inutili che abbia mai visto.