Carino!!Riprende lo sviluppo dell'omonimo programma americano(una sorta d "operazine trionfo"italiano) ke evidentemente ha avuto cosi successo da far si ke uscisse 1 film ke parlasse proprio d questo...prende piu' da vicino le storie dei concorrenti principali ke poi s uniranno fino al finale ke nn rivelero'!C'e' sicuramente di meglio xo' è cmq piacevole da guardare!
Non è piaciuto nemmeno a me che sono una vera, sfegatata fan di Hugh Grant e del suo specialissimo humor inglese. Dennis Quaid è l'unica parte decente del film. Un regista con in mano due attori di questo tipo potrebbe fare faville ma le parti a loro assegnate sono troppo piccole. Non è una commedia, non è drammatico, non ha storia, non vuole arrivare da nessuna parte e non ci arriva. Rappresenta la vera "pochezza" dei reality show...una cosa che nemmeno Grant e Quaid riescono a migliorare.Terribile!
Irriverente e satirico; con un una punta di comicita' demenziale al punto giusto. Purtroppo e' lo specchio della nostra societa' sempre piu' massificata dai mass-media. Se hai poche idee ( e confuse) e non hai nessun talento o qualita' sicuramente farai carriera nel mondo televisivo e nella vita. E' l'American dreamz (e non solo americano) del XXI secolo.
Uno Hugh Grant cinico e spietato (per certi versi) al quale la telecamera non risparmia intensi primi piani che ne evidenziano gli inesorabili segni del tempo, protagonista di una commedia dissacratoria il cui scopo, per niente semplice, è quello di far ghignare, più che di far ridere.
Nessun ricorso alla trovata pecoreccia tipica di American Pie (la "madre di Stiffler" e Chris Klein, insieme allo stesso regista, non per niente, sono una parte di quel cast) ma un insieme di personaggi, vere caricature umane (un Dennis Quaid sbalorditivo nei panni di un simil-bush imbranato e incompetente) che mostrano impietosamente alcune delle "nefandezze" del nostro tempo.
Almeno dovrebbero farlo.
Lo strapotere mediatico, la manipolazione politica e la turbolenta situazione medio-orientale costituiscono il vero corpo del film, attorno a cui ruotano le microstorie delle varie "caricature" di cui sopra.
Ma il film non decolla mai veramente.
Alla fine si ha la sensazione di un potenziale sprecato, di qualcosa che poteva essere enormemente più di impatto.
Un film discreto ma che lascia l'amaro in bocca.
Per la serie "film grotteschi e surreali", "Il grande Lebowski" resta ancora un miracoloso esercizio di stile.