Quegli anni non erano formidabili, d'accordo. Ma quante volte noi adolescenti degli anni 80 ci siamo sentiti dire: "Siete superficiali, siete una generazione di mezzo". Lì per lì non ci credevamo. Continuavamo a vivere nella nostra "Milano da bere", con la y10 la macchina che piace alla gente che piace, ad ascoltare i Duran o gli Spandau e ad usare i quaderni Holly Hobbie. Felici insomma di essere così. Poi, crescendo, siamo diventati trentenni e quarantenni complicati, forse un pò infelici, ed abbiamo cominciato a credere davvero di essere come gli altri ci descrivevano allora. Gli altri, quelli che avevano fatto il "mitico" 68. Quelli pieni di cultura, di lotte, di assemblee politicizzate e piene di valori o pseudo tali. Adesso il discorso comincia a cambiare. Adesso ecco che arrivano film come "L'estate del mio primo bacio" e noi cominciamo a ripensare a quegli anni, vedendoli proprio formidabili e caricandoli di simbolismi che, lì per lì, non abbiamo loro mai attribuito. Virzì junior non guarda al passato indugiando in tenere nostalgie, ma il quadro che dipinge nel film, a noi che quegli anni li abbiamo vissuti in prima linea, ci lascia ripensare con tenerezza a quel periodo. La pellicola non sarà perfetta. Ci saranno troppi luoghi comuni, forse un pò troppo infarciti di cultura di sinistra ovvero: il ricco è cattivo, il povero è buono. Il ricco è vuoto, il povero pieno di valori. Ma l'occhio della macchina da presa ha fotografato una realtà che allora era molto più marcata di ora. Gli attori sono bravi, qualche volta recitano a soggetti ( vedi Laura Morante)ma tra tutti spicca Gabriela Belisario che, con il suo volto strano e il suo fisico particolare, ha una marcia in più degli altri. Virzì strizza l'occhio a suo fratello Paolo ma nel film c'è anche un richiamo a "Lolita" il fim tratto dal libro di Nabokov e cioè quando Camilla indossa occhiali rossi e si stende in piscina, vicino ad Adelmo che lavora. Un richiamo insomma a un altro film che, in epoche diverse, narrava di un'adolscenza turbata, spesso piena di problemi che accomuna inevitabilmente gli adolescenti degli anni 60 con quelli degli anni 80 per finire a quelli di oggi.
è un film assurdo. Sono rimasto molto male perché non avrei mai pensato che un'attrice come la Morante e un attore come Marcorè potessero partecipare ad un film cosi insignificante. Il tema qual'era? L'adolescenza? L'anoressia? L'amore? Veramente assurdo e no comment sul finale scontato!
Carlo sta a paolo virzì come eddy sta a roberto baggio.
e con questo ho detto tutto.
un film infarcito di luoghi comuni, scopiazzati (male) dalle opere del fratello maggiore et similia (veronesi, muccino, ecc....). purtroppo ho capito di aver sbagliato fratello solo dopo aver noleggiato il film. l'avessi comprato sarebbe volato fuori dalla finestra dopo 10 minuti, purtroppo dovevo riportarlo al videonoleggio.
statene alla larga!
Montaggio approssimativo, ricostruzione del 1985 anche, recitazione idem, stereotipi a più non posso, trama vista troppe volte. Evidentemente si tratta di una raccomandazione visto che è il fratello più piccolo di Virzì. Certo se si finanziano film del genere non lamentiamoci poi del cinema italiano. Il giudizio più adatto è quello che Fantozzi dà della corazzata Potëmkin di Ejzenstejn (che a me non è dispiaciuto affatto, però). Ricordate?