E' un'altra perla del cinema almodovariano. Bello, fresco e talvolta nostalgico. Le donne protagoniste della filmografida di Pedro si ritrovano in un ritratto femminile perfetto. La complicità, l'astio, il fantastico confuso al popolare. Mi ricorda molto qualche racconto rusticano di mia nonna... un film da non perdere.
Ah,Almodovar,ogni tuo film lascia sempre il segno.Mentre lo guardi non puoi fare a meno che pensare:ma che bello.E quando finisce non smetti di pensarci per almeno 2 giorni.Ecco i film che mi piacciono:quelli capaci di trasmetterti qualcosa,bella o brutta che sia,ma che ti facciano pensare e ripensare al film.Grazie Almodovar.
Penelope da Oscar.
Nell'universo tutto al femminilie di Almodovar, il cammino verso la riconciliazione con la forza primigenia dell'origine e la vitalità ferina delle forze naturali della creazione, ha inizio con la spontanea e innocente uccisione di un padre che la religione immanente di Almodovar non riconosce nella sua trinità. Un percorso che riconduce all'organicità, all'unione e all'autosufficienza di un mondo femminile che con la forza dei suoi sentimenti autentici e del caos delle sue pulsioni vitali centrifughe si riconosce in sè compatto ed autonomo, in grado di combattere e resistere alla violenza cupa e meschina di un mondo maschile precedentemente ritratto dal regista nel fosco e drammatico "La mala educacion".
Un surreale reincontro con la madre perduta, la terra abbandonata, il grembo da cui si salpa e a cui si ritorna attraverso un cammino caotico e pulsante di sentimenti contrapposti e vitali, una galleria cromatica di forze disordinate e disordinatrici che decomponendo l'inetto universo maschile, recuperano la forza con la quale affrontare la morte. Una morte che viene reivestita del suo significato arcano di fusione panica col tutto naturale, un motivo annunciato fin dalla prima scena in cui Augustine, l'amica delle ragazze, pulisce una tomba con serenità e naturalezza, assieme ad una moltitudine di donne che facendosi forza contro il vento fortissimo che le aggredisce, sistema i fiori sulle lapidi dei loro cari. Una morte che così reinterpretata non fa più paura, una morte che non ha niente del vano e sciocco dramma che un programma televisivo può farne e che costerà alla stessa Augustine il rimprovero delle sue amiche per aver ceduto, di fronte alla paura della morte e dell'abbandono materno, all'universo volgare ed artificioso che tutte insieme hanno tentato di combattere.
Una Cruz eccezionale, mai così intensa e sensuale, che commuove anche nel gesto semplice ma piu femminile che mai del lavare i piatti mentre il balordo marito si ubriaca di fronte alla televisione. Un Almodovar indimenticabile che dopo l'apice assoluto di "Tutto su mia madre" dimostra che il suo percorso di esplorazione dell'universo materno è ancora vivo e in costante evoluzione.
Da non perdere.
Fantastico: un film che riassume in sole due ore:
-la stupidità della televisione("Facciamo un bell'applauso alla nostra amica Agostina)
-violenza sui minori
-difficile rapporto tr amadri e figlie
Veramnte ottimo! Bravissimi anche gli attori a immedesimarsi nella parte!
Con questo film Almodovar è entrato nel sentimento.
E' molto intimo... fa vibrare le sensazioni dal profondo del cuore.
Cast meraviglioso!
L'ho visto ieri sera e sono ancora commossa.
viva le donne!!
Ciao