La prima volta che lo vidi non mi piacque proprio, sembrava un film a parte rispetto al capitolo precedente;la mancanza di Paolo Villaggio e Jerry Calà si sente parecchio...per essere sostituiti da un attore poco affermato come Gianfranco D'Angelo e Adriano Pappalardo messo quasi in primo piano.Le uniche risate le strappano Andrea Roncato e Renzo Montagnani per la loro genuina comicità;diciamo che è guardabile in parte...ma niente di che.
Debole seguito del film dell’anno precedente diretto da Sergio Corbucci.Per due ragioni: in primis per le cinque storie che formano il film(qui mostrate una per una, e non più a montaggio alternato); se ne salvano un paio mentre le altre sono un po’ troppo stupide.In secondo luogo il cast:ci sono anche stavolta nomi famosi e belle donne.Però le situazioni sono molto meno piccanti e,di conseguenza,le attrici(Eva Grimaldi- Isabel Russinova-Corinne Clèry)non hanno ruoli eroticamente di primo piano come quelli riservati alle protagoniste femminili del precedente film.Stavolta,c’è un disc-jokey di una radio cittadina di Rimini(interpretato insolitamente dal musicologo Dario Salvatori)a fare da filo conduttore alle vicende che accadono intorno ad un ferragosto qualunque, sulla riviera romagnola. Si inizia con un tale Paolo Polverosi(Andrea Roncato)che è stato inviato proprio a questa stazione radio per curare una rubrica del pomeriggio;quando si troverà provocato dalle due ‘bbone e svestite addette della stazione radio,non si tira indietro;si prosegue con la vicenda di un giornalista barese(Maurizio Micheli)che intreccia una relazione extraconiugale con la moglie di un vendicativo texano.Per evitare,a tresca scoperta,di finire affogato dall’americano, deve cedergli a sua volta la propria moglie per un giorno. Il barese architetta un abile inganno ma la fregatura ugualmente gli è servita. Si passa poi ad un dongiovanni toscano(Renzo Montagnani)che ha problemi di virilità e corteggia una bellissima villeggiante; una ragazza che si vendica della sua tutrice tedesca; un finto marocchino(Gianfranco D’Angelo) che si vuole portare a letto la moglie del suo sfruttatore. L’episodio più divertente è quello con Maurizio Micheli: la storia è di poche pretese ma molto simpatica e a tratti spassosa. Abbastanza esilarante anche l’episodio con Montagnani. Appena appena divertentino quello con Roncato. Trascurabile quello della ragazza e della tutrice tedesca. Per gran parte idiota quello di D’Angelo. Al cinema, nel 1988, fu un flop clamoroso: tentò di bissare il successo commerciale del precedente lavoro, ma ottenne solo insuccesso e poca permanenza nelle sale cinematografiche. Poteva venir fuori un seguito migliore, senza dubbio. Ma la sceneggiatura si è basata troppo su situazioni debolmente paradossali. Regìa(Bruno Corbucci per i primi 4 episodi; Giorgio Capitani per l’ultimo)inadeguata. In una piccola comparsa si riconosce anche Sabrina Ferilli, nei panni della cassiera di un bar. Anche stavolta, per certi versi, il film si è rifatto alla commedia sexy dei ’70: più che altro per mettere nuovamente alla berlina l’astuzia degli italiani nel gestire relazioni extraconiugali e nell’essere capaci conquistatori. Velleità di satira di costume che, però, si perdono in un film un po’ sciacquo e un po’ “buttato quà” (vedi anche il tipo di conclusione del film).Rimangono la magica cornice estiva riminese, le bellezze delle attrici del cast, qualche trovata comica riuscita.