Abbastanza divertente questa piccante commedia balneare italiana che nel 1987 fu un inaspettato successo commerciale. Ovviamente è un film senza pretese, appoggiato da una sceneggiatura scritta a più mani che strizza l’occhio alla commedia sexy dei ’70. L’ho visto e rivisto innumerevoli volte: una squadra di attori simpatici e famosi e un intreccio di vicende grossolane ma piene di humour genuino. In più questa descrizione, a montaggio alternato, di cinque vicende immerse nell’atmosfera estiva e magica di una città trasgressiva come Rimini, sullo sfondo del mare, della pineta e dei locali da ballo. C’è un severo pretore(Paolo Villaggio) che si trova al centro di una seducente trappola architettata dalla pornodiva Lola(Serena Grandi); c’è il manager d’affari(Jerry Calà)che assolda una prostituta romana(Livia Romano) affinché si finga sua moglie per permettergli la conclusione di una transazione finanziaria; c’è uno squattrinato cabarettista(Maurizio Micheli) che si trova al centro di un intreccio familiare tra la ricca Noce(Laura Antonelli) e il suo ex marito creduto morto; un prete(Andrea Roncato) che ha un’avventuretta molto calda con una giovane suora straniera(Elvire Audray); una separata(Eleonora Brigliadori) che dopo molte conquiste andate a vuoto si ritrova sedotta dal dodicenne figlio della sua amica. Le bellezze femminili che vivacizzano il film sono da urlo: c’è la maggiorata Serena Grandi molto sensuale; Laura Antonelli come era una volta; Eleonora Brigliadori che ancora oggi è una delle donne più belle dello spettacolo italiano; la meno nota Elvire Audray, biondina carina con un bel fondoschiena. Alcune scene sono diventate “cult”: lo spogliarello della Grandi sulle note della canzone di Joe Cocker del film “9 settimane e ½”; la sequenza nella pineta,con Villaggio che sviene alla vista degli enormi meloni della Grandi; il cabarettista Tricarico che cita irresistibili barzellette senza provocare mezza risata; Calà mandato a comprare la “Grappa del cervo”(allusione al suo essere cornuto). Divertentissima anche la scena in cui uno sconvolto Paolo Villaggio parla in maniera farfugliata al medico dell’ospedale, usando il termine “gatto” per alludere alla parte intima di Serena Grandi. Da citare anche le tante, bellissime canzoni inserite nella pellicola: su tutte “Così non va, Veronica” di Edoardo Bennato e soprattutto quella dei Righeira che è anche il tema musicale del film, “Rimini Splash Down”.La versione che circola sulle tv, di 115 minuti, non è quella completa:la versione integralissima è di circa 150 minuti.Forse perché inizialmente pensato solo per il piccolo schermo. Un cult della farsa grossolana, ma che intrattiene con enorme simpatia e divertimento per la presenza di comici bravi. In più quel tocco di donne incantevoli nella cornice di doppi sensi e situazioni sexy tipiche dell’estate e della riviera romagnola in particolare. Pur non essendo un capolavoro ha una sua personale originalità che mai si potrà ripetere o eguagliare.