...oltre ad essere un grande attore (piccolo dettaglio...anche italiano) si è rivelato per quel che concerne il mio modesto parere,un regista concreto...semplice nel presentarci una realtà tangibile...certo il bambino fa da padrone della scena, proprio perchè il regista ha voluto evidenziare questo aspetto...non voglio dilungarmi troppo nel commentare un film che può piacere più o piacere meno...ma mi sento di dover consigliare a chi non apprezza kim rossi stuart come attore (quindi figuriamoci come regista) di vedere il film "piano solo" e di esprimerne una considerazione in merito.
Grande kim!
fantastica interpretazione e regia di un artista. grande espressività, grinta. il carattere del personaggio esce e rimbomba per tutto il film. ci ha stupiti (sempre) ed il suo lavoro sta crescendo così come la sua maturità. otto
Libero, ma anche affranto, solo, insicuro, anche povero va bene. Quello di Tommaso, personaggio del film interpretato da Alessandro Morace, è lo sguardo di un bambino che con la sua sola presenza scuote le emozioni, impedendo qualsiasi indifferenza. Ogni bravo attore recita come se non stesse recitando, ma vivendo quella vita inventata che ha imparato a fare sua: in questo film sono tutti bravi attori. Ogni buon film regala l'impressione di non star guardando una pellicola ma di essere lì di persona: questo è un buon film. Lo spettatore è in quella casa, nascosto da qualche parte a spiare i membri di questa infelice ma appassionata famiglia mentre si inseguono per le stanze, litigano, fanno pace, si amano, si feriscono, soffrono, sperano. Crescono. La storia di una famiglia come tante, raccontata con un realismo che ha del sublime, recitata come in assenza di macchina da presa, bellissima per com'è presentata. Destinata per forza a piacere. Non do dieci per non apparire fanatica, ma è da lode.
Protagonista centrale della pellicola "Anche libero va bene" e' la famiglia: l'istituzione fondamentale di qualunque societa', nonostante gli alti e bassi che ogni giorno la attraversano.
La famiglia con i suoi errori, i suoi tentativi, successi e fallimenti, umanita' disperate, vuoti incolmabili, sentimenti forti, incontrollabili e a volte violenti.
Renato (Kim Rossi Stuart) ha 38 anni; professione (poco riuscita) di cameraman.
Da quando la moglie l'ha abbandonato, ha attuato una
responsabilizzazione eccessiva per i due figlioli che provvedono, per quanto l'eta' lo consenta, all'andamento della casa.
E' un uomo dolce e al contempo violento. Riesce a passare da quell'amorevolezza e comprensione riempiendo i figli di quell'affetto che non hanno potuto conoscere, ad una forma di violenza verbale che sa
essere tanto tagliente quanto dolorosa.
Stefania (Barbara Bobulova) e' la madre: una donna fragile e dall'equilibrio mentale ed emotivo decisamente instabile.
Pensa di poter donare affetto ai suoi cari; ma il suo continuo abbandonare la casa, per poi tornare implorando perdono, si risolve in un amore vuoto e inutile.
Viola e' la sorella maggiore, un po' ingenua, che e' disposta a credere al pentimento della madre. Non volendo accettare questa situazione, si illude in una famiglia che non esiste, vede una realta' diversa dai fatti, si nasconde dietro all'immagine della famigliola
felice che ha superato i suoi problemi.
Ma il vero protagonista della vicenda e' il piccolo Tommy: il bambino che sa essere adulto.
Il ragazzino che si sa organizzare, che sa capire gli stati d'animo del padre; che sa quando chiedere e quando e' meglio ritrarre tutto perche' non e' il momento adatto.
Un bambino estremamente dolce ed espressivo, il cui sguardo e i cui occhi da soli sanno parlare al cuore.
L'unico ragazzo della scuola che sapra' relazionarsi col compagno di classe muto; che riuscira' ad esternare i suoi sentimenti all'amichetta della scuola; che avra' un amico del cuore.
E questo nonostante la profonda forma di riservatezza, di timidezza, di silenzio, a volte di isolamento, a cui i drammatici eventi familiari lo vedranno costretto.
Anche il suo continuo rifugiarsi sul tetto di casa ci da' l'immagine di questo voler fuggire dalla triste realta' quotidiana.
Ma il suo frequente spiare con il binocolo subito sembra volerlo riportare al mondo degli adulti, da cui il piccolo pare non riesca a distaccarsi; quasi ad indicare il vuoto, l'assenza che avverte nella
sua vita, da parte del mondo dei grandi.
Tommy sembra conoscere meglio di tutti il mondo degli adulti: e' l'unico diffidente, fin dall'inizio, al ritorno della madre; e' lui a percepire il profondo travaglio che il padre sta attraversando e ad
essergli vicino.
Un film che ci descrive il mondo degli adulti visto con gli occhi di un bambino.
Un mondo dove non ci sono buoni o cattivi ma solo esseri umani che nella loro fragilita' commettono errori, creano dolori ma che, sempre, cercano di amare.
Ho aspettato molto prima di poter vedere questo film. Sentii tempo fa critiche positive, e finalmente l'ho visto. Non mi aspettavo un inizio così d'impatto con deretani di fuori ecc.. Nella prima metà ci si abitua alla vita di attenzioni e lavori di casa del padre (stuart) più indirizzati ad una figura femminile assente. Ed è proprio questa la parte meno riuscita del film, una mamma che fugge sempre via dalla famiglia; ma anche se è pur strano io la trovo credibile. Un film che fa apparire le fragilità dei genitori, ed una resistenza nei bambini che poco ci si aspetta. Come si fa a non emozionarsi nel finale, l'attore Alessando Morace ci trasmette la tristezza di quelle circostanze.