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Il grande silenzio

Opinioni presenti: 22
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Secondo me...

(7/10) Voto 7di 10

Secondo me questa pellicola, che non è per tutti, è davvero introspettiva e riflessiva. Però non è un film. Non si può chiamare una pellicola del genere "film"; il film è tutt'altra cosa. E' forse un documentario, girato in maniera anticonvenzionale, che propone la vita dei monaci ed ha la capacità di mostrarci non solo l'aspetto esteriore ma soprattutto quello interiore di questi uomini. Si entra in contatto con la loro interiorità e religiosità. Dopo tre ore di film ti senti quasi più vicino a loro e, comprendendo o meno questa scelta di vita, non puoi che prendere atto della forza interiore che li caratterizza, una forza nata indubbiamente dalla Fede. Guardando questo film ci si trova in contatto con la propria anima, poichè ci si domanda in continuazione una serie di cose... molte domande a se stessi vengono spontanee. Tuttavia a questo documentario manca una cronologia di eventi: tutto sembra vissuto senza una temporalità, cosa che invece, sappiamo, nei monasteri è fondamentale poichè si vive la giornata con un programma definito: l'ora delle preghiere, l'ora del pranzo, l'ora di lavoro... qui tutto è frammischiato e manca la ripetitività programmata. Altro neo: un qualsiasi documentario di tre ore stancherebbe. In particolar modo, un documentario privo di voci alla fine annoia. E' un'esperienza mistica, indubbiamente, ma avrebbe dovuto durare molto meno per lo spettatore. E' interessante vedere come vivono i monaci, ma la pellicola è stata girata per trasmettere agli altri le sensazioni vissute dal regista in prima persona: la pellicola non deve annoiare, ma deve affascinare, far riflettere, far muovere il cervello, non far sbagliare. Tre ore così sono troppe. Il messaggio diviene offuscato dalla sensazione di noia e lo scopo del film, indubbiamente, decade. Peccato perchè la prima ora e mezza ero davvero affascinato ed entrato nel film ma sarebbe stato bello terminare con questa sensazione, piuttosto che arrivare alla noia data dal protrarsi, a mio avviso inutile, di una narrazione che anche in un'ora avrebbe racchiuso il senso del film.



Nicola, 33 anni, Mestre (VE).




Ci voleva un pò di silenzio

(9/10) Voto 9di 10

Salve a tutti, io il film l'ho visto in dvd. Devo dire che mi è piaciuto tant'è che l'ho visto più volte per cercare di cogliere ogni più piccola sfumatura. Io penso che la vita di questi uomini sia da ammirare anche perchè penso che questo modo di vivere renda davvero liberi al contrario di quanto si pensi.I veri reclusi siamo noi, in questo mondo che mette al primo posto il denaro piuttosto che l'uomo. Ricordo a chi considera questo modo di vivere inutile, che la santa protettrice delle missioni era monaca di clausura. Le missioni non ci sarebbero se non ci fosse gente "parassita" che prega per esse. E poi ogni scelta di vita è da rispettare...soprattutto quando è libera e consapevole, e non imposta dalle mode o dalle tendenze. Siamo noi i parassiti e non ce ne rendiamo conto.



Santino, 28 anni, Milazzo (ME).




Non è un film

(1/10) Voto 1di 10

Buon giorno. Ho finito di vedere ora il film e sono rimasto francamente deluso. In due parole, e prescindendo da considerazioni religiose, mi sembra di poter dire che contraddice a qualsiasi regola cinematografica: di editing, di movimenti di macchina (non ditemi che il "traballamento" della candela rossa è voluto!), di tempi e chi più ne ha più ne metta. Ok la messa a fuoco selettiva e la dilatazione dei tempi, ma qui sembra tutto fatto a casaccio: "pezzi" di cielo attaccati qua e là senza un'apparente logica, preghiere e atteggiamenti filmati per interminabili minuti che non danno il senso del trascorrere del tempo ma solo di noia. Non volevo vedere un film di azione, ero preparato a questo ritmo, ma credo che qua non si possa nemmeno parlare di ritmo "lento": piuttosto di assenza di ritmo in senso assoluto. Peraltro ho trovato molto buoni certi "fissettini" come il bacile dell'acqua santiera, della frutta ecc. Mi ha lasciato colpito anche l'assenza di omogeneità del mezzo, girato (sembra) un pò in elettronica (telecamera) e un pò in Super Otto. Mah!



Daniele, 51 anni, Bologna (BO).




Davvero...ma per piacere!!

(1/10) Voto 1di 10

Con tutto il rispetto che nutro per la religione e per colore che decidono di intraprendere una dedizione estrema, il mio commento esula da questo. Andrea ha solo ragione,io ho visto questo film al cineforum, è stata l'esperienza cinematografica più traumatica che abbia mai vissuto. Parlare di fotografia, montaggio... ma a che scopo? Qualcuno può essere contento di avere visto come vivono i monaci di clausura (scusate l'ignoranza, forse il termine è approssimativo), ma tutto si può dire tranne che commentare un film. E nonostante tutto vedo che c'è chi lo contempla come un capolavoro, come persone che interpretano una tela macchiata come un'opera d'arte, attribuendo chissà quale significato. E, per portare la mia testimonianza, ho visto per la prima volta in vita mia la gente che "scappava" dal cinema e, tra i superstiti, si aggirvano le voci più discordanti sulla durata di questo film. Il film più non film della storia!



Marco, 32 anni, Novara (NO).




Finalmente un film diverso.

(10/10) Voto 10di 10

Una cosa che mi diverte molto è guardare i trailers in tv. Sembrano fatti in serie, quasi tutti ispirati alla solita paccottiglia pseudo trasgressiva dei nostri tempi. “Lui, lei l’altro”, “qualche sparatoria”, “una dozzina di doppi sensi” buttati qua e la,” l’inseguimento tra le vie di qualche città americana”, “la solita scena di sesso”, “personaggi sempre molto fichi e impaccati di soldi”, il trito e ritrito “sogno americano” che è sempre pronto a ricordarti che anche una me**a può diventare una star……e potrei continuare all’infinito. Premesso tutto ciò si può affermare senza ombra di dubbio che “Il Grande Silenzio” è un autentico film rivoluzionario e trasgressivo, per il semplice fatto che ha il coraggio di portare l’attenzione dello spettatore sulla semplicità della vita che ci accomuna un po’ tutti. La vita di quei monaci non è poi così diversa da quella della maggior parte delle persone comuni che lavorano, mangiano, curano la propria abitazione, riflettono, soffrono, sorridono, invecchiano……… Probabilmente non può piacere questo film così autentico a persone che credono di poter “scampare” alla quotidianità ritenuta banale e insignificante. Forse Gianluca di Bari a 19 anni crede che i “vekki”, compreso lui quando ci arriverà, abbiano un fisico “da paura” che non avrà certo bisogno di essere “impomatato”. Ma ahimè la realtà e molto diversa, caro Gianluka, se ti guardi intorno ci sono persone giovani e anziane che assomigliano molto più ai monaci di Groning che alle star di Hollywood che lascio volentieri nel loro finto e triste mondo di plastica, al quale ancora credono ingenuamente i “bigotti” di questa “convenzionalissima” voglia di trasgredire. Un applauso quindi a Groning: un autentico rivoluzionario del cinema.



Stefano, 36 anni, Roma.





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