personalmente credo che il film non renda affatto l'idea del vivere alla giornata e senza compromessi che pervade l'opera di bukosky.
dillon poi è troppo carino per impersonare chinasky
Uno dei film più insignificanti e insipidi della storia del cinema. non c'è nulla ma proprio nulla che ti da emozione. forse solo qualche brano della colonna sonora, unica cosa decente del film. e poi di chinasky e di buckowsky il film ha solo il nome del personaggio.
vivamente sconsigliato. se volete provare emozioni meglio leggere le prime 20 pagine di post office.
la trama del film di per sè,questo guadagnarsi da vivere solo per il gusto di ammazzarsi di alcool è molto intrigante,però viene diretta in un modo troppo scialbo,senza qualche scena che ti faccia cambiare espressione facciale almeno una volta...e invece niente,si rimane impassibili dall'inizio alla fine,e non rimane che spegnere la tele e dormire
è un film profondamente lento e noioso.mi aspettavo molto di più,sotto qualsiasi punto di vista.matt dillon è molto,ma molto sotto le righe;insomma un interpretazione asciutta e insipida.la regia è anonima,pochissimi movimenti di macchina,e fin qui starebbe bene se il film fosse molto parlato e si volesse dare una prevalenza al dialogo,ma la maggior parte del parlato in questo film, è il pensiero di hunk chinasky...la sceneggiatura ha alcuni episodi interessanti(le scarpe prestate alla ragazza,la storia dei posti riservati all'ippodromo e il momento in cui hunk e jen si lasciano)ma peril resto risulta priva di forza e intensità, ma soprattuto priva di profondità.concludendo per tutti questi motivi penso che questo "factotum" sia un film davvero poco riuscito,che aveva una grossa ambizione,ma che ha sfruttato male le possibilità che mette a disposizione il cinema,facendo diventare una storia che potenzialmente aveva un valore non da poco in un film noioso,lento,poco profondo e privo di forza registica.
il film lo dico subito per me e' stata una grande delusione.Mi aspettavo parecchio a livello recitativo ( una nomination per matt dillon la credevo sicura ) , speravo di poter trovare anche una per quanto piccola angolazione visuale dei romanzi di bukowski, e invece il regista si limita a trasporre in film il romanzo e la vita dissoluta del protagonista senza approfondire nulla e dillon non buca lo schermo come speravo.Il film, che tra l'altro non dura moltissimo ( 94 minuti ),ciondola pesantemente con una proposizione statica e ripetuta di situazioni che sono costanti e cicliche, con questo continuo andirivieni di lavori,alcool e fumo.Questo viene intervallato in maniera quasi scontata e patetica dal protagonista che si ferma, riflette e spara qualche grande ragione della vita (per lui).Non ci sono momenti di vero coinvolgimento nel seguire la costante escalation verso l'autodistruzione,anche perche' il resto dei personaggi non riesce a far introdurre nuova linfa alla narrazione.Si puo' pensare che quello era il romanzo e tanto e' , una fedele trasposizione, ma a questo punto il film per me risulta insipido e senza interesse.
Dillon fa quello che fa senza grande dispendio di energie e resa, mentre
Lili Taylor, fedele al modello ho sparato a andy warhol,recita costantemente anche lei con la sigaretta in bocca , fornisce una buona prova recitativa, e non ha problemi a fare qualche scena in lingerie trasparente nonostante un corpo non proprio in piena regola dimostrando grande partecipazione al personaggio e voglia di mettersi in gioco.
Breve ma molto gradita la partecipazione di Marisa Tomei , splendida ancora nonostante il passare degli anni. In definitiva per mio pensiero un film su cui nutrivo forse troppe aspettative e che credevo diverso, che mi ha deluso profondamente per il suo aspetto troppo secco e sintetico nel solo mostrare la dissoluzione e null'altro ( amore e sentimento per il protagonista fanno rima con garanzia di mantenimento,tra l'altro sentimenti che non riesce neppure a rendere duraturi come il suo lavoro ma destinati a chiudersi ).