In una società dove l'immagine è tutto, dove apparire è più importante che essere; bisogna sempre essere all'altezza della situazione a costo di diventare fenomeni da baraccone. David Spritz deve ottenere un posto milionario per il programma Hallo America. Tv spazzatura come quella che, di tanto in tanto, gli viene lanciata contro perchè 'Merda, la gente preferisce buttare che finire' e lui è fast food. Cibo rapido consumato in fretta e poi gettato. David Spritz passa di moda e non gli rimane niente se non la fredda realtà di una esistenza difficile per tutti: famiglia alle prese con i 'soliti problemi' causati dal degrado dalla società dove uno psicologo malato importuna ragazzini ed una ragazzina obesa sfoga la sua depressione scagliando rabbia casuale su animali e persone. Un padre deluso e malato e un figlio deluso e malato. Ma la colpa di chi è? Mai dei singolo, bensì di un sistema perverso che tutti abbiamo contribuito a costruire.
Nicolas Cage qui interpreta non uno "sfigato", come scrive l'autrice della recensione, bensì un "nerd", che è una cosa ben diversa. Lo sfigato è una persona non ha lavoro o - peggio - ne ha uno in cui deve fare lo schiavo. Il protagonista del film è invece di buona famiglia e la sua professione consiste nel dire le previsioni del tempo in un network televisivo; è pagato bene e il suo unico cruccio è quello di essere impacciato, tanto da assomigliare spesso a un "retarded" (vedi ad esempio la scena in cui, con una palla di neve, rompe la lente dell'ex moglie). E' una figura insomma che ha una buona tradizione nel cinema americano dagli anni Settanta-Ottanta in poi (metterei come pinnacolo del genere "Stars and Bars", con il protagonista che è un inglese negli USA che non ne azzecca nessuna). I momenti di riflessione offerti da "Weather Man" sono tanti e le volgarità inserite qua e là non sembrano tanto invenzioni create a tavolino, bensì si direbbero tratte fedelmente dalla vita ("zoccolo di cammello" è un triste esempio di come nessuno - men che meno una bambina - si salva dall'atroce sfottò della gente). No, non è un capolavoro, ma ha quel quantum di "umanesimo" che me lo fa preferire a qualsiasi cinepanettone nostrano. Inoltre, ha una fotografia davvero brillante: 7 +!
peter parisius, 43 anni, Monaco di Baviera (estero).
Chi vuole ridere guardando quest'opera è meglio che si guardi qualche altro film... La stessa colonna sonora del maestro Zimmer lo suggerisce, questo film è permeato di malinconia, solitudine, frustrazione, monotonia e ingiustizia, peculiarità comuni (oggigiorno) dell'uomo che vive nelle metropoli ingabbiato tra i grattacieli e gente robotizzata. Si ha tutto e niente, tutto ciò che si ha è fuggevole, tutto ciò che è fuggevole è un miraggio...
Qui non si ride, ma si riflette sulla realtà dell'uomo...
Alziamo la media per piacere perchè è, a mio avviso, è mollto bassa.
L'unica emozione che mi ha fatto sorgere spontanea e' lo schifo verso tutti i personaggi. e' talmente inveritiero ed ogni personaggio esasperatamente calato nella merda,che speri soltanto che la vita non sia cosi!tutto e' involgarito,infangato,senza salvezza.a meta film ho detto stop e ho spento la televisione.
dialoghi assurdi,situazioni assurde,personaggi tutti negativamente assurdi,assolutamente poco sfaccettati,monocromatici,monocorde,a tratti ridicoli,diperati e disperanti.un susseguirsi improbabile , incalzante e fantozziano,di una carellata da baraccone della vita.
senzazioni finali :buttarsi giu dal balcone o sperare di dimenticare ogni immagine e ogni parola .
chi ha votato positivamente questo film (addirittura poetico!!!)secondo me deve andare di filata dallo psicologo,in compagnia del regista e produttore.
voto:zero spaccato