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Jarhead

Opinioni presenti: 66
Media Voto: Media Voto: 7 (7/10)

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Don't worry, be happy

(8/10) Voto 8di 10

Sveglia! questo non è un film di kubrick, di coppola o di cimino… qui è sam mendes che parla! il sergente istruttore che sbatte la testa del soldato swofford (jeke gyllhenaal) sull’armadietto di metallo ci desta subito dal mito di full metal jacket e mostra un’allontanamento del war movie dall’immaginario del vietnam, dai film che ne hanno fatto da modello e dai suoi grandi registi. sam mendes si fa riconoscere subito dalla sua cifra stilistica, diversa dallo sguardo omnisciente di kubrick, dal barocco-romantico di apocalypse now o dall’onirico-processuale de il cacciatore. il tono è quello di american beauty: uno humor giocoso ma allo stesso tempo graffiante che predilige un maggior realismo rispetto agli altri tre registi citati sopra, ma non senza rinunciare a magnifiche sequenze oniriche alla vigo. ( splendida la sequenza del plotone che vaga tra il petrolio che piove dal cielo a causa dei pozzi bruciati ). un cinema cool quello di mendes che riesce subito a imprimere nella mente dello spettatore molte immagini. l’anima brucia dentro di noi… il film sceglie una prospettiva interna, quella dei marines che vivono questa esperienza fatta di attesa e di evasione da quella che può essere la dura realtà (swofford afferma che intorno a se, lui e i suoi compagni si erano creati una specie di circo). non possiamo quindi aspettarci una visione o una posizione ideologico-politica chiara, da tradizione. i marines pensano alla propria ragazza, che forse si sta divertendo con un altro, alla propria famiglia, al loro ritorno a casa, al significato di questo vissuto. sono loro i protagonisti in tutto e per tutto. questo gettarci in mezzo a loro (stilisticamente osserviamo un insistenza dei piani ravvicinati e dalla camera a spalla ) sfuma la cornice, la specificità della guerra. può essere quella del golfo o la i guerra mondiale; non importa. mendes dà un senso universale al film: le guerre sono tutte uguali! jarhead è un gran film, destinato ad arricchire con un’altra sfaccettatura il cinema di guerra.



Marco, 20 anni, Arezzo (AR).




potevano fare meglio

(4/10) Voto 4di 10

sinceramente mi aspettavo di meglio..sembra piu un documentario che un film! non lo consiglio ammenoche non siate amanti del genere!



Samuel, 32 anni, Ascoli piceno (AP).




gran regista, indubbiamente.

(9/10) Voto 9di 10

ancora una volta sam mendes senza dar troppo nell'occhio ci regala un piccolo cult, da non perdere. la regia è strepitosa, pochi viaggiano agli stessi livelli attualmente.. la forza delle immagini in questo film è impressionante. unico neo secondo me è l'interpretazione di J. Gyllenhall, protagonista della storia, che si destreggia bene se deve fare lo stranulato precipitato in un mondo non suo ma manca un po' di mordente quando serve qualcosa in più.. comq da non mancare... e sulla lentezza presunta del film: possibile che l'unica cosa che uno si preoccupa di scrivere su un film quando esce da una sala è se il film è lento o no?!?! quindi "il deserto dei tartari" è lento ed è pertanto necessariamente peggiore di un qualsiasi action book?!? ma porca miseria. le arti visive possono come quelle letterarie voler rappresentare la lentezza, la descrizione dell'attesa e del vuoto che talvolta la caratterizza.. non tutti i film hanno l'obiettivo di essere mission impossible o charlie's angels... e sam mendes sceglie sempre collaboratori di primo livello. questa volta non cè conrad hall alla fotografia, il maestro dei maestri, eppure è stato sostituito degnamente!!!!.



Marco, 29 anni, Bassano del grappa (VI).




da non perdere

(10/10) Voto 10di 10

consiglio veramente a tutti,davvero bello,le canzoni,la sceneggiatura ecc. praticamente tutto.Bravissimi tutti.da vedere



The libertine, 16 anni, Battipaglia.




ottimo film

(9/10) Voto 9di 10

Veramente un ottimo film. La trama è toccante, gli attori sono azzeccatissimi e le musiche stupende. I commenti di sottofondo del protagonista sono molti profondi e il finale è assolutamente realistico e fa molto riflettere.



Buffy, 18 anni, Bologna (BO).





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