Ottimo film diretto, montato, prodotto e fortemente voluto dalla cosiddetta Dea della musica Miss Barbra Joan Streisand da una storia di Isaac B. Singer e ridotto per lo schermo da Jack Rosenthal. La Streisand dà prova di ottime capacità dietro la macchina da presa e sublimi doti vocali e recitative. Lo spettatore, accantonando con una buona dose di " sospensione dell'incredulità" la visione della protagonista in abiti "virili" viene introdotto con sapiente maestria nel mondo poco conosciuto della società ebraica fortemente ortodossa del 1904, quando si era poco inclini a che le donne si interessassero di affari che non fossero la casa i figli e la cucina. Figuriamoci poi nell'ammettere che esse potessero anche solo avere un barlume di intelligenza che permettesse loro di disquisire di questioni teologiche. Questo film insegna appunto la tolleranza,che deve fiorire in una società affinchè possa progredire cogliendo le esperienze e le opinioni di ogni suo membro e soprattutto la grande, innata voglia di ogni uomo di poter essere libero di dare sfogo ai propri interessi, senza essere incatenato a rigide e talvolta stupide usanze e credenze. Una società, questo film insegna deve essere vitale, in movimento, per poter vivere. Come nell'uomo circola sangue, in una società devono scorrere i saperi liberi. C'è anche una grande storia d'amore in questo film, come sempre avversata dall'equivoco del travestimento (per chi non avesse visto il film: la protagonista si traveste da uomo per poter entrare in una scuola talmudica, non è un film di travestiti), ma ben dosata a volte con ironia dalla regista. Storia d'amore a cui la stessa protagonista rinuncerà,quando la ragazza dell'uomo di cui anshel (nome maschile usato da Yentl nella scuola) si era innamorata, a sua volta si innamora di lui/lei credendola appunto un uomo. L'abbandona sia per evidenti e inconciliabili uguaglianze di sesso, sia per potere essere libera, finalmente di andare in America con una nave, dalla quale poter urlare al mondo tutto: "papà, papà, perchè avere le ali se non si può volare, papà guardami ora volare", in una delle 11 stupende canzoni di Michel Legrand che fanno da sottofondo perfetto a questo capolavoro di speranza, di voglia di libertà di realizzazione totale di se e dei propri sogni, per cercare di non avere rimpianti...