I fratelli Cohen mi stupiscono ogni volta....mai banali! un film girato in bianco e nero che da un tocco di magia ad una storia leggera ma diretta magistralmente dai Cohen....
condivido sostanzialmente l'opinione di ricky di milano, e cioè l'opera dei coen è tecnicamente ed esteticamente indiscutibile, interessanti e non banali alcuni spunti, perfetto thornton nei panni del protagonista, tuttavia la storia nel complesso non mi ha fatto impazzire (sicuramente meno di "fargo", nonostante tratti una tematica in fondo molto simile) forse perchè a tratti un bel pò lenta; per quanto pessimistico, comunque lo consiglio perchè tratta eventi molto realistici (forse un pò estremizzati... ma è un film) e amari... chi non ha mai pensato di dare una svolta alla propria vita (sperando magari in conseguenze diverse da quelle della pellicola)?
La malinconica rassegnazione per la propria marginalità è la molla dell’ultima carica noir dei fratelli Coen (ricordate “Fargo” ed “Il grande Lebowsy”?). Piccolo capolavoro passato (ingiustamente e naturalmente) sotto silenzio nell’ultima stagione cinematografica, schiacciato dal “peso” di bellissime menti ed anelli risplendenti, nell’”uomo che non c’era” rivive con compiuta e lucida reminiscenza il sapore e il senso delle opere cinematografiche di un tempo troppo lontano. L’ambientazione scenica rimane come sempre nella scelta artistica dei due germani cineasti la degenerazione di un iter perfetto. Del perfetto equilibrio della perfetta anonimità della perfetta famiglia nella perfetta provincia americana. Ed è singolare e propria della mano degli autori che il decadimento rimanga un fatto avulso dalla forma della narrazione, la quale, a dispetto degli eventi, mantiene le sua realizzazione completa. Nella regia lenta, misurata e proporzionale ai caratteri. Nel pulito bianco e nero della fotografia. Nel greve e, allo stesso tempo, ingenuo leit motiv sonoro che incornicia le vicende. Nel percorso di assoluta eleganza recitativa dei protagonisti (Billy Bob Thornton, Frances Mc Dormand e James Gandolfini). Nel serioso sguardo degli archetipi della Granda Madre America. Bellissima scoperta.