La coppia Brando-Magnani non quaglia in questo film tratto da un libro di Tennessee Williams.
Torbida vicenda ambientata in un paesino dimenticato dell'America,il film non decolla mai zavorrato da dialoghi confusi e recitazioni poco convincenti.Il film è tutto sulle spalle di Brando che,sembra il primo a dubitarne sul valore.Peccato.
Il film porta di certo male il peso di essere nato per il teatro, e la realizzazione cinematografica non è delle più fluide. Però... Anna Magnani è allo zenit, incommensurabile rispetto a Brando che a me non sembra granché convincente. La Magnani invece ha delle zampate e degli slanci comunicativi di una generosità folgorante.
Mi pesa un po' tutto il carcame degerato di Williams, qui più pesante che altrove. La versione cinematografica avrebbe dovuto senz'altro rendere più fluidi certi dialoghi e, soprattutto, certi monologhi che a volte rendono il film lungo e quasi retorico.
Ma, ripeto, quanto alla recitazione della Magnani io mi sono commosso.
Il regista Sidney Lumet ha dignitosamente trasposto sullo schermo, conservandone gli effetti, un sapore letterario. Un libro veramente bello. Interpretato da un eccezionale trio di attori (Marlon Brando incanta, bravissima è Anna Magnani), il film ha una carica drammatica violentissima, quasi insostenibile, raggiungendo risultati di alta emotività nella rappresentazione di un ambiente e di un’atmosfera sempre più pregni di angoscia e di morte. La cupa moralità del film è tutta racchiusa nel simbolo dell’uccello senza zampe, che vive sinché vola alto, lontano dalla terra fangosa e immonda: quando la stanchezza lo fa calare ai suolo, la morte lo attende. Siamo, com’è chiaro, ai limite estremo dell’anarchia individualista, che riaffermando la propria purezza finisce per negare anche se stessa, assieme al fermo mondo al quale si ribella.