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Manderlay

Opinioni presenti: 19
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Machiavelli

(9/10) Voto 9di 10

Mi spiace proprio per quelli che hanno giudicato questo film in modo superficiale...a partire dal recensore (di cui non ricordo nemmeno il nome). Vi siete soffermati solo su: era meglio dogville... era meglio la kidman... mi piaceva più il fondo nero... e non avete minimamente pensato allo spessore filosofico e sociale che il film cerca di proporre. Come un principe machiavelliano Grace cerca di imporre la sua idea con la forza, ma al contrario del personaggio del buon Niccolò, lo fa animato da quel senso falso e superficiale di giustizia morale che hanno gli americani liberal. Alla fine però anche lei deve chinarsi all'emotività e alla vera netura umana che ci spinge sempre, e sopratutto quando possiamo, a sopraffare gli altri. Una volta investita del potere e liberatasi dei panni morali Grace svela la sua natura mettendo a nudo l'uomo e la sua voglia di potenza. Lars mette a segno un'ottima critica alla sinistra americana che non potrà mai essere paragonata a quella filosofico-anarchico-atea europea. Von trier dopo aver messo a nudo il corpo (Idioti), mette a nudo l'animo più nero dell'uomo, sopratutto quello ipocrita d'oltreoceano. E lo fa con la solita classe. Lezione. Per tutti.



Davide, 28 anni, Ascoli Piceno (AP).




Pollice verso

(4/10) Voto 4di 10

Bah! Se fossi un imperatore romano di vecchio stampo non avrei dubbi sulla direzione verso la quale farei puntare il mio imperiale pollice dopo aver visto Manderlay... dalla parte opposta del cielo. Prendete la "ricetta Dogville" e rimestate il tutto su di un tema sociale a caso (in questo caso la questione razziale), non sforzatevi tanto a pensare qualcosa di originale e significativo, fidatevi dell'ascendente esercitato sul pubblico dallo stile "radical chic" del cinema-teatro della suddetta ricetta, fate partire la macchina da presa ed otterrete Manderlay. Se Dogville aveva la sua identità come film, questo proprio non si salva in niente... un non-sense cerebrale da salotto alto-borghese. Il personaggio di Grace (non più interpretato dalla Kidman) perde ogni originale connotazione... dopo l'esperienza a Dogville probabilmente si deve essere inventata il sofisticato passatempo di andare in cerca di cittadine di mediocri subumani, da fare bruciare dal padre quando si stufa di cercare di redimere (con tematiche questa volta pittosto deboluccie). Questa volta meriterebbe di essere bruciata lei però! Mah, personalmente trovo la parte più interessante del film la carrellata di foto di tensioni razziali che accompagna i titoli di coda... il resto potevano anche risparmiarselo.



Walter, 27 anni, Monza (MI).




Come ti racconto l'america

(7/10) Voto 7di 10

Anzitutto devo spendere due parole a proposito della figlia di Richie Cunningham, che sarà  pure una giovane promessa di Hollywood e non lo voglio negare, ma pretendere che la poverina potesse rimpiazzare quella che fu una potentissima (forse la migliore) Nicole Kidman era davvero impensabile, impietoso e ingiusto. Bryce Dallas Howard è brava, perennemente umida e unta, stupita e frastornata, ma brava. Raggiungere o non far rimpiangere Nicole però era un'utopia che a mio parere potrebbe far perdere molti punti a tutto il progetto in quanto ne spezza il ritmo. Lo spettatore si ferma troppe volte a riflettere su qualcuno che non c'è: Nicole, appunto! Se la ricorda, la rievoca nel suo cappottino grigio col bordo di pelliccia o sotto la bandana che le incorniciava i biondi capelli e lo sguardo promiscuo, shokkandosi poi, ogni qual volta riappare Bryce e si scopre che Grace non c'è più. Sentirla dunque chiamare con quel nome appare una caricatura insopportabile. Ecco che parte del film la si perde perchè smarriti in queste considerazioni sotterranee: il baratro che divide le due interpreti è un solco davvero troppo profondo, e meraviglia che il navigato Lars non abbia cercato un'attrice più solida, più sfaccettata e più costruita con cui imbastire il secondo capitolo della sua saga, a meno che. A meno che non volesse ottenere proprio questo! é evidente, in questo film, quanto sia profondo il disgusto che Lars nutre verso Grace, verso la sua stolida prepotenza, il suo grottesco coraggio, la sua goffa volontà evangelica e moralizzante, tutte attività  molto più palesi in Manderlay che in Dogville. In Manderlay Grace non è una misteriosa fuggiasca apparentemente buona e generosa, non potrebbe esserlo perchè noi conosciamo già  Grace e la sua arroganza celata sotto un fare compassionevole. In Manderlay Grace non è più protagonista di una vicenda, bensì strumento della narrazione. Insomma Grace non è più un personaggio da indagare quanto in Dogville, e dopo che i suoi angoli oscuri sono stati illuminati non resta che assurgere Grace a prototipo di se stessa, a emblema caricaturale, quasi una macchietta. I tratti di quella che fu una spigolosa personalità  complessa diventano grossolani, marcati comportamenti perennemente sgraziati e controproducenti: tutto quello che Grace può sbagliare lo sbaglierà ; tutte le iniziative prese a fin di bene si riveleranno un disastro per lei e per la comunità , il suo candore si rivelerà  in tutta la sua rozzezza e zotichezza. Anche sentimentalmente Grace appare regredita, e la platonica e intellettuale passione che la legava al "filosofo" Tom, tutta parole e sospiri, lascerà  spazio alla truce voglia dell'uomo nero fulgido e dotato. Il suo pensiero, un tempo florido e sagace subisce ora l'inesorabile condanna del buon Lars: Grace è stupida!E l'America con lei.



Roberta (Abulafia), 27 anni, Milano.




ben decente...nulla di nuovo all'orizzonte ma una buona idea

(7/10) Voto 7di 10

non sono d'accordo su molti punti con l'autore ufficiale della recensione: innanzitutto qualche innovazione scenica c'è stata, dato che la scenografia è passata da 2d, piana, a rappresentare anchele altezze e si noti in almeno un caso anche la struttura della porta era aperta.successivamente anche la tecnica registica si èampliata in verticale, con le riprese a salire. la fotografia pure è mutata, più cupa nei colori e attenta ai contrasti. oltre ad altri motivi tecnici, dal punto di vista concettuale è un mezzo azzardo reputo riuscito: è vero che le motivazioni della (non all'altezza!!!per nulla) protagonista sono dettate dal proprio "egoismo" di riparare con la forza della morale (e delle armi, non dimentichiamolo...come fanno d'altronde nella realtà le forze americane, ma è un altro discorso, purtroppo non fittizzio) ma almeno tenta di realizzarle nella pratica e non solo in diquisizioni da salotto...credo sia un'auto-critica che lo stesso von trier porta a sè oltre agli uomini "loquaci". si mettono in tavola molte idee stereotipate, vero, ma si mettono in tavola, in gioco. in conclusione lo reputo un film da vedere non tanto per il nome noto del regista nè per cercare (o criticare come si tenta) scelte nuove e "per forza" originali, ma per pensare.



Andrea, 26 anni, Napoli-pordenone.




bello però...

(7/10) Voto 7di 10

Lars è come sempre geniale. il film è bellissimo. l'unica pecca? l'attrice, decisamente non all'altezza...per non dire penosa. sinceramente non ho trovato tutti questi riferimenti all'america attuale, non credo proprio e mi fa sorride chi vede anche quello che non c'è. certo, in america in passato sono stati compiuti gravissimi errori, nel passato...ma oggi è la più grande democrazia del mondo. mi da fastidio che si vada a criticare sempre e solo l'america...ma non c'è nessuno che fa un bel film di denuncia sulla mancanza di diritti a cuba, nei pasi islamici o nella cina comunista oggi?!?! oggi, la situazione è terrificante. nel film si parla si secoli fa. sveglia ragazzi, sveglia!



Giulia, 22 anni, Cagliari.





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