Film profondo, doloroso, sulla vita e sul tempo che passa, sugli ideali degli oppressi di ieri che diventano uomini del potere di oggi (con i loro compromessi). E dal tempo che passa emerge che chi prenderà il loro posto, è diverso, nonostante i tentativi di trasmettere una sensibilità, una cultura, una visione del mondo, solo l'esperienza diretta plasma gli uomini. Attori come giganti, ed il protagonista che spezzato dalla morte della moglie lo è ancora di più dal risentimento che aveva per lei per un adulterio vero o presunto consumato con un amico per di più russo...l'amore-odio tra russi e polacchi, tra 2 amici molto diversi, tra marito e moglie, tra passato e presente, tra quello che si desiderava essere e quello che si è, tra la realtà cercata nel filo degli ideali e alla luce della Fede Cattolica e quella che poi si è prodotta...il travaglio di un uomo che ormai si sente inadatto, se mai lo fu... Un uomo che non riesce a perdonare ne se stesso e ne gli altri. Che non riesce a vivere il presente ne il ricordo del passato, la dolorosa storia di non trova quella pace che è indispensabile per vivere, per trovare il senso delle cose (anche attraverso la Verità dell'esistere e dell'essere che viene da Dio).
Insomma un film su cui si potebbero scrivere decine di pagine..che finisce in modo emblematico...con una morte finale senza spiegazioni o con troppe spiegazioni. Senza dirci se il protagonista aveva ragione oppure no, se vedeva oltre l'apparenza l'essenza della verità o se era vittima delle sue angosce irreali sino a morirne..
Film di grande introspezione psicologica, rigoroso quanto essenziale, impietoso su interrogativi che toccano il passato, presente e futuro non solo del protagonista, ma del suo paese e dell'Europa stessa. Un film onesto, sincero, e doloroso. Un film che è un altro capolavoro del grande Zanussi.
Documentario che si addentra nella questione palestinese tentando di rimanere equidistante dalle posizioni contrapposte. Particolarmente interessanti le parti di colloquio tra Oliver Stone ed alcuni rappresentanti incappucciati dei "Martiri di AlAqsa" a quali, non sempre, viene data parola. Il documento è abbastanza breve (circa 60 minuti) e ciò che ne scaturisce è riassumibile con le parole di Simon Perez, ossia che Israele sa già che, prima o poi, dovrà pagare un prezzo molto alto e che deve solo farsene una ragione. Solo allora quello che oggi appare come un problema senza soluzione diventerà un non-problema. Non male.
Film gradevolissimo, grazie alla trama che scorre in un contesto correlato da personaggi, primo tra tutti l’ambasciatore, dove si incrociano amabilmente aspetti inerenti l’ambiente diplomatico, l’affetto, il sospetto e la sorpresa.
Sono presenti momenti dove l’umorismo acerbo genera dialoghi divertenti e colti che racchiudono il desiderio di esprimere l’imposizione di determinati interessi personali, alternati ad altri destinati a rappresentare un baluardo dell’etica professionale e morale. Questo aspetto e` emblematicamente rappresentato dal rapporto tra l’ambasciatore e il suo vice.
Ottima anche la fotografia.
Un (tele) film senza emozioni che mischia in una maniera superficiale e quasi diletante tutti i generi possibili (sentimentale,giallo,spionaggio,dramma,commedia)senza dire niente. Peccato che un gruppo di attori così eccezionali (la famosa scuola del teatro pollaco)vengono gestiti da una regia senza nessun'originalità.Insomma,non più di un fiction televisivo medio-basso.
che spreco!
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(7/10)
