Certo "Texas" non è un film che si lascia guardare facilmente. E' probabile che molti si siano risentiti di come Fausto Paravidino ha dipinto questa provincia, chiusa, meschina, ottusa ma soprattutto, e questo è ciò che fa più male, misera. Misera dentro e fuori. Anche io vivo nel Texas di Paravidino, ci sono nata e cresciuta e vi assicuro che la sua descrizione non è esattamente fedele alla realtà. Su questo punto sono di sicuro d'accordo con Marco. Ma il film è un'incursione nelle vite della gente, non nei luoghi. La desolazione dei paesaggi è tutta interiore ai personaggi. E' un freddo dell'anima, un intorpidimento delle esistenze.
I ragazzi di Texas sono ragazzi come tanti. L'amica che mette a disposizione casa sua per i festini, la ragazza cicciottella che passa spesso e volentieri inosservata ed è sempre e solo "la confidente", l'altra che beve e fuma fino a stordirsi, il ragazzo che non riesce a perdere la verginità e poi ancora i due fidanzatini. Lui, un Riccardo Scamarcio sempre un po' adombrato, che non si assume mai le sue responsabilità e lei(Iris Fusetti)ingenua, o forse solo spaventata dalla verità(come tutti).Tutti sembrano essere caricature di loro stessi. Caricature che possono far sorridere inizialmente ma che poi rivelano la loro vera e deludente natura. Oltre ai giovani alle prese con le delusioni e i drammi quotidiani Paravidino lascia spazio anche al mondo degli adulti, di coloro che, in teoria, qualche responsabilità dovrebbero prendersela. Valeria Golino è la maestra elementare bella e repressa, Valerio Binasco(bravissimo!!) il compagno che, ugualmente represso, assiste all'indebolirsi del suo legame con lei. Maria, la maestrina, s'invaghisce del fratello di un suo alunno, per l'appunto Gianluca(Scamarcio)e comincia una relazione che oltre a diventare l'argomento preferito della gente del paese, porta scompiglio soprattutto nelle vite di chi li ama e si ritrova a fare solo da sfondo. Commovente il dialogo di silenzi(scusate l'ossimoro) tra Binasco e la Golino al parco. I personaggi sono stereotipati, è vero, ma così devono essere perchè rappresentano tutti. Texas non è il Piemonte, ma è ogni luogo, una provincia che potrebbe essere quella di qualsiasi altra regione. Non è un posto da cui scappare,è un luogo da vivere. Credete che i personaggi del film scappando sarebbero diversi, migliori? No perchè per risolvere i loro problemi dovrebbero fuggire da loro stessi. La desolazione delle case e il rumore incessante dell'autostrada che non si ferma mai, neanche di notte è tutto interiore, è un mostro che si agita dentro di loro e li porta ad essere ciò che sono. Non tutti nel film hanno la possibilità di scegliere il loro destino, alcuni come Cinzia si arrendono al potere degli eventi, forse perchè non hanno la forza o l'esperienza necessari per affrontarli. Altri che, come Davide, scelgono di fare del male, di ferire deliberatamente. La violenza sessuale nei confronti della sua amica è atroce, agghiacciante. Si consuma nel silenzio di una notte d'inverno, in cui il gelo non si impossessa solo del paesaggio ma anche e soprattutto dell'anima.
Colonna sonora: The crying game, Culture Club
Texas è trovato amaro, ma pieno di poesia, qualche moderna allegoria e scomode verità. Perfettamente resa nei personaggi quella schiettezza e quella purezza, che ritrovo spesso parlando con i miei numerosi amici che vivono la provincia, e che tanto amo in loro.
Questo film non vale niente, è solo noia mortale dal primo all'ultimo minuto, sequenze che vengono dimenticate dopo pochissimo, performance dell'intero cast a dir poco racapriccianti, Valeria Golino da Rain Man e Puerto Escondido a Texas ovvero dalle stelle alle stalle, Riccardo Scamarcio monoespressivo utile solamente a far affluire nelle sale una miriade di ragazzette in calore, tutto il restante cast parla solamente per riempire il silenzio e tutti gli avvenimenti sembrano messi li solamente per ricoprire il vuoto che c'è sotto.
Un invito alle ragazzine innamorate del "bello e ribelle", non è detto che ogni volta che ci sia Scamarcio dobbiate dare sempre 9 o 10.
Chiunque sia affetto da cancro terminale, o chiunque veda nella propria inutile vita una nessuna via di fuga dopo aver perso il lavoro e la donna, può tranquillamente procurarsi il dvd di questo "Texas" e guardarselo, scoprirà che la vita è...molto peggio e che non vale la pena di andare avanti, che la depressione è in ogni interstizio, un po come la nebbia di Milano in Totò Peppino e la Malafemmina, entra per i buchi, sale le scale, ti bussa la porta e ti penetra dappertutto.
Guardando l'aspetto puramente tecnico, le interpretazioni di Scamarcio e Valeria Golino sono davvero mediocri, specialmente la Golino che risulta molto anonima e la sua performance quasi da inchiostro simpatico...va via dopo poco senza lasciare il segno.
La sceneggiatura è piatta e senza balzi di ritmo se non per via di qualche spunto "areofago" del ruttatore di turno oppure della sparata da inca**atello del teen inca**ato del momento come nel più classico stereotipo
Italiano.
I miei complimenti a Paravidino, se questa è la provincia Piemontese, quasi quasi emigro nel "felicissimo" Kossovo...