l'ho visto 2 volte appena e' uscito e posso solo dire che e' stato (per me) molto intenso.mi ha lasciato un bel ricordo ma allo stesso tempo una sensazione di inquietudine che non so ben spiegare.lo rivedrei volentieri visto che e' passato un po' di tempo!
è molto difficile giudicare un film del genere, tratta un argomento difficile e per buona parte lo fa con ironia non facendolo pesare, anche se non si capisce bene dove voglia andare a finire.
In generale, bello, ma moltolento e un pò soporifero, non vedetelo tardi come ho faato io.
Film un pò adatto agli amanti del genere storico-culturale, ma che farebbe bene anche a tutti gli altri.
ok diciamo subito che la sceneggiatura era già scritta visto che il film riporta, a partire dal titolo, l'omonimo libro scritto da Jonathan Safran Foer. Fatta questa doverosa premessa, passiamo col dire che non era facile proporre una versione cinematografica di una storia simile. Eppure mi sento di dire chapeaux al regista Liev Schreiber ha dimostrato invece un'ottima regia, mai invadente, e soprattutto una grande fotografia aiutata certo dalle bellezze naturali dei paesaggi. Nel film ci sono momenti spassosi certo, ma sono solo il contorno, qualcosa che accompagna la vera trama basata sul ricordo della memoria, sul non dimenticare. E' un film molto particolare, a tratti mi è sembrato surreale e poi, improvvisamente, cala lo spettatore in una realtà agghiacciante, che ricorda lo sterminio di un intero paese di ebrei negli anni '40. Eugene Hütz (cantante dei Gogol Bordello) se la cava egregiamente nel nipote del nonno così come Elijah Wood. Nel nonno, infine, trovo ci sia la ciave di lettura del film, il messaggio più forte. Un uomo che per dimenticare era arrivato anche a fingersi cieco e forse, come rivela Hutz alla fine del film, finalmente in quella vasca aveva trovato l'unico posto in cui stare, in cui non avere più bisogno dei suoi occhiali, libero di ricongiungersi col suo popolo.
Il tema trattato in questo film è decisamente interessante e serio. Tuttavia, se devo giudicare il film di per sè, non mi ha colpito così tanto. A tratti strambo, di una lentezza soporifera, con questi personaggi grotteschi che quasi vorrebbero rendere simpatico un periodo storico tragico: il film inizia con uno dei protagonisti che colleziona la dentiera della nonna, con l'altro che balla breakdance e poi finisce con un uomo che si suicida e con "l'illuminazione" del protagonista, al quale però mancano diverse cose, per esempio non instaura un rapporto poi così profondo e aperto con l'altro protagonista. Quindi se dovessi valutare la storicità del film il mio voto sarebbe sicuramente più alto, ma valutandolo nel complesso, lo ho trovato mediocre, grottesco e soprattutto di una lentezza esagerata....
Trailer italiano (it) per Tatami - Una donna in lotta per la libertà (2023), un film di Zar Amir-Ebrahimi, Guy Nattiv con Arienne Mandi, Zar Amir-Ebrahimi, Nadine Marshall.