Un film che conoscono in pochi, ma che comunque ha da dire la sua sui rapporti interfamiliari, tra fratelli e padre-figlio; sta a noi trarre le giuste conclusioni. Buona scenografia e ottime musiche, tiene compagnia fino alla fine. Il padre è il migliore!
Odio i film che vogliono insegnare qualcosa attraverso delle mattonate di filosofia e pensieri astratti. Questo film è tutto ciò che non odio. Coinvolgente, mai pesante e leggermente profondo. Consigliato
C.R.A.Z.Y. è un film duro e realista. Parla di legami familiari, amore, sesso, sentimenti, la voglia di crescere e la vita che va via, senza scampo. La musica fa da collante alla storia di una generazione, alle vicende personali dei protagonisti. La storia è lì, fuori, dentro casa Beauliei succede di tutto. E il padre scopre che il figlio è omossessuale e l’altro figlio ancora si droga. E i due genitori sono lì, come pietre forti e dure alle intemperie della vita. Ottima regia, musiche, fotografie e costumi. E soprattutto ottimo cast. Un film che non ti fa piangere ma che ti fa riflettere senza falsi moralismi. Una pellicola capace di toccare le corde di ognuno di noi.
Accese le luci viene voglia di rimanere al proprio posto per rivederlo. Sarebbe da proiettare nelle scuole e da far vedere a tutti gli adolescenti. Un film emblematico anche per una generazione (sono del 1960 come il protagonista) che rievoca i conflitti sociali, culturali e familiari vissuti allora (anni '70 fino all'inizio degli '80)....le droghe, la musica, la ribellione, le fughe da casa e dal conformismo.
Un invito alla tolleranza e alla comprensione dell'animo umano. Molto ben riusciti i passaggi d'epoca da un decennio all'altro, compito non sempre facile nella costruzione di un film. Un regista dal grande talento, da tenere d'occhio per il futuro.
Al di là del plot narrativo e dei contenuti più evidenti del film ciò che mi ha veramente colpita è la solitudine del protagonista: Zac non ha nessuno che gli sia realmente vicino e con il quale riesca a confidarsi. Non la madre, pur attenta e affettuosa, non i fratelli lontanissimi dalla sua sensibilità, non il padre che pure è amatissimo ma così rigido e lontano. Neppure se stesso: la prima difficoltà che Zac incontra non è tanto quella del rifiuto degli altri ma della propia incapacità di accettarsi come è (vedi scena dallo psicologo e la splendida preghiera sommessa che rivolge a letto a Dio "Ti prego, tutto, ma non questo").
E solo rimane anche a Gerusalmemme dove fugge senza dire una parola da quell'amante occasionale.
Solo al termine c'è un po' di speranza, un po' di luce quando finalmente padre e figlio si ritrovano. Il film coinvolge anche fino alle lacrime (l'abbraccio tra Zac e il padre dopo il funerale di Raymond) anche se forse avrebbe richiesto meno 'episodi' e più approfondimento. Un film contro l'ipocrisia e il pregiudizio che, in definitiva, non fanno che rovinarti la vita e per uscire dai quali ci vuole tanta, tanta forza. Una bella lezione di cinema autentico dal Canada. Peccato la poca visibilità che la distribuzione italiana gli ha riservato. Ora è uscito il dvd.