Opera collettiva sulla scia dell'ottimo "11 settembre 2001", il film riesce dignitosamente a preservare l'emozione dal bisogno spontaneo di indignazione e rabbia. Costruisce percio' una serie di ritratti a cui ciascuno potra' dare un rilievo. A dire il vero, chi giustamente calca la mano è il solo Spike Lee, con la sconvolgente vicenda di una bambina sieropositiva in un quartiere-ghetto e la sua costante lotta alla sopravvivenza e columita'. E' difficile, se non impossibile trattenere le lacrime. Per un paio di episodi (Amoruso e l'elegia Peterpanesca-empatica di Scott padre e figlio) il clichè è dietro l'angolo. Kusturika rinverdisce il suo stile chiassoso nell'amaro sogno di un ragazzino di una redenzione impossibile, Woo ci riporta nel dickensiano Oliver Twist con i bambini sfruttati e maltrattati, ma anche all'abbienza che regala tutto, tranne l'affetto che un regno di bambole (e solitudine) non possono darle, Charef tra i "piccoli soldati" africani che vedono morte e desolazione, la Lund (uno dei migliori episodi) tocca con ironia e vaga disperazione la storia di due meninos de rua e l'"arte di arrangiarsi" tra raccolta differenziata e ombre di civiltà del consumo. Amoruso invece preferisce soffermarsi sulle solite banalità tra bambini che rubano, camorra e linguaggio da clip-art: niente di che. Eppure nonostante questo bisogno costante di addolcire la pillola, di raffigurare o cristianizzare i bambini scordandosi in parte la dimensione brutale che stanno vivendo, nonostante certe pecche, il film è sincero e appassionato, e lascia sulla nostra cinica translazione dalla realtà la muta espressione di un dolore che non sappiamo condividere. Si esce dal cinema con una voglia enorme di abbracciare il primo bambino che passa, e di difendere strenuamente il suo bisogno sacrosanto di felicita'
già sulla carta un film fatto di ben 7 sotto-film non funziona, portando allo spettatore troppe trame non connesse (a parte i bambini naturalmente). inoltre alcuni, sofferenti forse semplicemente del poco tempo a disposizione, risultano davvero scontati e melensi, che non portano alla luce nulla di più di quello che già sappiamo, nonostante il tema certamente irreprensibile.
insomma il progetto è bello, ma la realizzazione, a parte alcuni episodi, 1pò inconsistente ed inconcludente.
Discorso umanitario che non ha uguali. una successione incessante di immagini ed emozioni allo stato puro, vere quanto sono veri e trasparenti gli sguardi dei bambini protagonisti assoluti di queste storie. il futuro è nelle loro mani ed è fondamentale monitorare lo sviluppo del bambino in ogni angolo del mondo. una saggezza 'infantile' da prendere ad esempio. nel bene e nel male. straordinari esempi di come i bambini agiscono insieme, cooperano e diffondono amore. l'unica chiave di accesso alla vita. insieme per i bambini, questo è il messaggio che mi è arrivato dalla visione di questa opera straordinaria. la sala ha assistito e partecipato con commozione e sentimento. cosa chiedere di più al cinema??!! buon lavoro a tutti gli appassionati che fanno questo mestiere come si deve.